I fedeli hanno organizzato una manifestazione dopo le preghiere, per denunciare l’accordo firmato dagli Emirati Arabi Uniti e dal Bahrein con lo stato israeliano, sotto l’egida degli Stati Uniti.
I manifestanti portavano striscioni e cartelloni che denunciavano la normalizzazione ed intonavano slogan chiedendo la protezione della moschea di al-Aqsa dai piani dell’occupazione.
Tali attività sono giunte in risposta all’appello per una resistenza popolare lanciato dalla leadership nazionale unificata, considerando il venerdì un “giorno di rabbia” popolare e di rifiuto. In questo giorno, la bandiera palestinese viene issata in tutti i villaggi, città e campi profughi della Palestina, denunciando e rifiutando l’accordo in questione.
Sheikh Muhammad Salim, il predicatore di al-Aqsa, ha affermato durante il sermone del venerdì che “il diritto dei musulmani ad al-Aqsa è religioso, storico e politico, poiché la Palestina è la terra di Isra e Mi’raj”.
Il comando palestinese della resistenza popolare nazionale unificata aveva annunciato l’inizio dei programmi e delle attività sulla base delle decisioni della Conferenza dei segretari generali delle fazioni palestinesi, avvenuta due settimane fa.
Traduzione per InfoPal di F.H.L.