I manifestanti hanno innalzato bandiere palestinesi e striscioni, chiedendo lo scioglimento dell’AIPAC e condannando le sue attività in Israele e nei territori occupati palestinesi. In risposta, i militari israeliani di stanza nella zona hanno lanciato bombe sonore sui manifestanti.
Hisham Sharabati, coordinatore dello Hebron Defense Committee (Comitato di Difesa per Hebron), ha dichiarato che la protesta è stata organizzata per condannare l’appoggio della lobby pro-Israele al “regime razzista coloniale” e all’occupazione militare dei territori palestinesi, chiara violazione del diritto internazionale.
Secondo Badi Dweik, attivista dell’organizzazione in difesa dei diritti umani Human Rights Defenders, è arrivato il momento di mettere fine al sostegno dell’AIPAC alle politiche israeliane come la segregazione della Città Vecchia di Hebron, in particolare nei quartieri di Tel Rumeida e Shuhada Street.
Al momento circa 800 coloni israeliani già noti per le loro violenze vivono nella Città Vecchia sotto la protezione dei militari israeliani, insieme a circa 30.000 palestinesi che ormai vedono la massiccia presenza israeliana quotidianamente, con almeno 20 posti di blocco alle entrate di molte strade e all’ingresso della Moschea Ibrahimi.
Nel frattempo Yunis Arrar, portavoce del Committee against the Wall and Settlement (comitato per l’abbattimento del muro e contro gli insediamenti) ha apprezzato la solidarietà degli attivisti americani nei confronti dei palestinesi, come dimostrato dalla loro partecipazione alla protesta di Hebron e a Washington fuori dall’edificio dove si stava tenendo la conferenza dell’AIPAC.
Traduzione di Giovanna Niro