Dal nostro corrispondente.
Il ministro del Turismo Jawdah Marqas ha reso noto l’incremento nel settore turistico: 130 mila persone sono entrate in Palestina nel primo trimestre dellanno in corso, sia per i pellegrinaggi sia per le visite culturali e di altro genere.
Durante una conferenza stampa, il ministro ha sottolineato come il turismo verso i Territori non sia stato influenzato del clima politico attuale e dallisolamento strozzante imposto sul popolo palestinese e sul suo governo.
Marqas ha indicato che al 31 maggio di quest’anno il numero di ingressi è stato di 130 mila, cioè il 50% in più rispetto allanno scorso.
Piani di miglioramento
Marqas ha comunicato che il suo ministero ha predisposto piani di miglioramento che intendono attirare più turisti – per esempio, attraverso lettere agli uffici del turismo e alle ambasciate dei paesi stranieri dove viene spiegato che la Palestina è un luogo sicuro. Il piano del ministero si basa sulla promozione degli alberghi palestinesi, e sulla ristrutturazione di edifici antichi a Betlemme per ampliare le zone destinate alle visite e all’accoglienza.
Gli ostacoli delloccupazione
Per quanto riguarda gli ostacoli al movimento del turismo in Palestina, il ministro ha spiegato come loccupazione costituisca il problema più grande. E ha aggiunto: Loccupazione intende colpire il turismo palestinese diffondendo informazioni sbagliate – per esempio che la Palestina non è un posto sicuro -, tentando di convincere i turisti a non pernottare negli alberghi palestinesi, restringendo gli ingressi (in particolare quello a nord di Betlemme), costringendo il turista ad aspettare a lungo prima di avere il permesso di entrare in città. Le autorità di occupazione rifiutano alle guide palestinesi di recarsi a Gerusalemme per accompagnare i turisti.
Il ministro ha spiegato che in questo periodo non sono previsti suoi viaggi di promozione della Palestina all’estero perché è impegnato nella riorganizzazione del ministero, ma che sono in agenda per il futuro, anche se è convinto che le autorità di occupazione israeliane gli creeranno difficoltà a uscire dai Territori.
Isolamento e il modo per uscirne
Rispondendo alla domanda sul modo per uscire dalla crisi che sta attanagliando il popolo palestinese a seguito dell’embargo, Marqas ha dichiarato: Dalla crisi si esce con il dialogo, che ha come base lunità nazionale, e con la responsabilità di tutti i dirigenti verso ciò che sta succedendo. Ci si deve incontrare sulla base del dialogo e senza balzi in avanti prendendo decisioni singole che danneggiano il confronto.