Ramallah – Maan. Il leader imprigionato Marwan Barghouthi ha lanciato un
appello per una protesta pacifica su larga scala a sostegno delle richieste
palestinesi presso i membri delle Nazioni Unite.
In un comunicato rilasciato dalla sua cella nella prigione israeliana di
Hadarim, Barghouthi, considerato a tutti gli effetti come l' architetto della
seconda Intifada palestinese, ha dichiarato che vincere la “battaglia del
prossimo settembre” richiederà una mobilitazione massiccia in tutti i territori
nonché all'estero.
Barghouthi sostiene che “vincere la battaglia del prossimo settembre”,
considerata come un importante passo per la nostra tragedia, richiederà la più
grande e pacifica protesta popolare qui, nei paesi della diaspora, in tutti i
paesi Arabi musulmani così come nelle capitali internazionali.
La mobilitazione in questa battaglia comporterà la mobilitazione di tutte le energie del
nostro popolo e il coinvolgimento di tutti”.
Con lo stallo dei colloqui di pace, la leadership pelaestinese a Ramallah sta
proggettando di richiedere alla guida dell Onu un riconoscimento che si fondi
sui confini della prima della guerra dei sei giorni del 1967.
Le richieste sono duramente contrastate da parte di Israele il quale sta già
programmando la possibilità di una dimostrazione su larga scala nella West Bank,
a Gaza e lungo tutto il suo perimetro.
L'ambasciatore della Palestina presso le Nazioni Unite si
è detto fiducioso del successo, a settembre:
“Non falliremo la seduta presso l'Assemblee generale, ma la riuscita del
successo dipenderà da molti fattori coinvolti”, riferisce l'ambasciatore Riyad
Mansur citando ciò che descrive come un “bilanciamento di potere” delle
diplomazie.
“Gli israeliani hanno riconosciuto la loro sconfitta nel sostenere che
confidano in un successo se saranno in grado di convincere 30 paesi a non
votare la risoluzione”, in riferimento ai desideri israeliani di
assicurarsi la “maggioranza morale” dei paesi democratici che voteranno contro
la proposta.
“Ma – sostiene – saranno comunque sconfitti per il fatto che non otterrano il
voto di 30 paesi contro di noi. Il piano ha ricevuto anche un tiepido assenso dai leader di Hamas a Gaza, ma
Barghouthi ha richiamato tutte le fazioni palestinesi ad andare oltre la mozione.
“Non è solo la battaglia del Presidente Mohamoud Abbas, della Organizzazione per
la liberazione della Palestina, dell'Autorità palestinese, delle diverse fazioni
o dell'ambasciata.
” E' la battaglia di ogni cittadino, di ogni palestinese, arabo e di ogni
persona libera presente a questo mondo”.
Le fazioni palestinesi “dovrebbero sorridere sulle differenze, per il beneficio
della lotta”, ha aggiunto.
Il corpulento cinquantaduenne è un membro di lunga data del partito Fatah di
Abbas, ma ha lavorato per riunire le divisioni con il movimento islamista di Hamas.
I due movimenti, che si sono contesi il comando per anni, hanno recentemente
sancito a sorpresa un patto di riconciliazione che deve ancora essere attuato
nai fatti.
Attivista di lunga data, che ha sostenuto il processo di pace di Oslo nel 1990,
Barghouthi è largamente considerato l'organizzatore della seconda Intifada, o
rivolta, che esplose nel 2000.
Fu arrestato nel 2002 e due anni più tardi, dichiarato colpevole di cinque morti
per omicidio per il suo ruolo durante i numerosi attacchi mortali contro
Israele, nonostante non abbia mai sostenuto l'attacco a civili dento Israele.
E' comunque rimasto molto popolare presso il pubblico palestinese ed è
considerato come un possibile successsore di Abbas.
Nel 2008, ha spedito una lettere alla Ong israeliana “Peace Now” richiamando ad
una “storica riconciliazione” con l'intento del riconoscimento di una soluzione
per i due stati.
Traduzione a cura di Giovanni Ridolfi