Electronic Intifada. Gli estremisti ebrei israeliani hanno utilizzato i servizi di messaggistica istantanea per organizzare le milizie armate per attaccare i cittadini palestinesi di Israele.
Messaggi vocali, testi e altri mezzi di comunicazione indicano che hanno coordinato diversi attacchi nelle città in cui i palestinesi vivono in prossimità di ebrei – tra cui Haifa, Bat Yam e Tiberiade nel nord, e Ramla e Lydd (Lod in ebraico) nel centro, a Be’er Sheva nel sud di Israele.
I coloni provenienti dalle sole colonie ebraiche nella Cisgiordania occupata si sono uniti anche agli attacchi coordinati, con l’apparente conoscenza e collusione dei funzionari israeliani.
Oltre che tramite i gruppi su Facebook, hanno comunicato tramite Whatsapp e Telegram.
In molti casi, gli organizzatori estremisti hanno rivelato di aver fatto affidamento sul supporto attivo o passivo delle autorità israeliane.
Organizzazioni di ricerca israeliane come Fake Reporter e Habloc hanno intercettato messaggi da parte di alcuni gruppi e hanno riportato ciò che hanno trovato alla polizia israeliana come una bomba a orologeria.
“È doloroso sapere che nonostante i nostri tentativi, è stato fatto in realtà molto poco”, ha dichiarato Fake Reporter.
“Nessuno poteva affermare che le autorità non lo sapessero”, ha affermato Habloc.
“Siamo nazisti”.
Negli screenshot provenienti dai gruppi pubblicati da Fake Reporter, i membri hanno parlato dei tipi di armi e hanno fatto piani per incontrarsi per attaccare i palestinesi e bruciare le moschee. Si sono impegnati in un razzismo e incitamento aggressivi nei confronti dei palestinesi.
I messaggi sono stati reperiti nel contesto dei recenti attacchi da parte degli israeliani ebrei estremisti su palestinesi, le loro case e le loro imprese in quanto Israele ha intensificato gli attacchi sulla Cisgiordania occupata e Gaza nelle ultime settimane.
“Non siamo più ebrei oggi”, ha scritto un utente in un gruppo Telegram chiamato “Persone di Holon, Bat Yam e Rishon Lezion, vanno fuori per portare la guerra”. “Oggi siamo nazisti”.
Questi menzionati nel nome del gruppo sono sobborghi che si trovano a sud di Tel Aviv.
I video pubblicati da Habloc e forse filmati il 12 e 13 maggio mostrano persone che si trovano oppure si dirigono a Bat Yam, alcune di loro intonano “morte per gli arabi”.
Il 12 maggio, una grande folla di israeliani ebrei ha trascinato un palestinese fuori dalla sua auto colpendolo brutalmente mentre l’attacco veniva trasmesso in diretta TV.
Sa’id Musa, la vittima, risultava gravemente ferito prima che venisse assistito per le cure mediche. “Hanno chiesto se fossi un arabo, pensavo avessero bisogno di aiuto e ho detto ‘sì, come posso aiutare?'”, ha dichiarato Musa a un giornalista israeliano.
Ai membri di un gruppo Whatsapp dal nome “Death to the Arabs in Haifa – Group” (Gruppo “Morte agli arabi di Haifa) sono state date indicazioni per portare bandiere israeliane e incontrarsi all’ingresso della città vecchia di Acri, con i volti coperti da maschere.
In un altro gruppo Whatsapp chiamato invece “Fucking the Arabs, Afula Branch, Death to the Arabs” (“Fanculo agli arabi ad Afula, morte agli arabi”) con ben 165 membri, uno ha pubblicato un’immagine di un fucile. Ha anche scritto: “Cocktail Molotov, questa è l’arma giusta per oggi”.
In un video condiviso nello stesso gruppo, due uomini mascherati, di cui uno con in mano due coltelli, dice: “Coltellate in testa, oggi è la giornata del terrore“.
In un altro messaggio in un gruppo per i membri di “La Familia” (lett. “La famiglia”), una persona esorta a bruciare una moschea a Lydd.
“La Familia” è il famigerato fan club di Beitar Gerusalemme, la squadra di calcio che l’anno scorso è stata in parte acquistata da un membro della famiglia reale di Abu Dhabi. I fan del club sono tristemente noti per i loro massacri anti-palestinesi, abitualmente accompagnati da canti di “morte agli arabi”.
La polizia “ci coprirà le spalle“.
Adalah, un gruppo che si batte per i diritti dei palestinesi in Israele, ha ottenuto messaggi vocali e comunicazioni interne tra gli estremisti ebrei che coordinano attacchi contro i palestinesi.
Tutte le note vocali pubblicate da Adalah risalgono al 13 maggio, una notte che molti osservatori hanno definito “un pogrom”.
“La polizia non ci farà nulla, ci coprirà le spalle e chiuderà un occhio sulla faccenda”, dice un israeliano in un messaggio vocale ad altri attivisti di estrema destra.
“Nessuna regola, tutto è in fiamme”, rivela una persona.
“Uscite con le pistole, con Dio che solo sa”, dice un altro.
“Quei ragazzi di Yitzhar sono già arrivati, così come quei sei autobus”, qualcuno dice in un’altra nota vocale. Yitzhar è un insediamento costruito su centinaia di acri di terra sottratta a ’Urif e altri villaggi palestinesi nella Cisgiordania occupata.
Per di più, è la sede di alcuni dei coloni più violenti, che attaccano frequentemente i palestinesi, il loro bestiame, i loro frutteti e le loro proprietà.
“Sei autobus possono contenere 380 persone, e queste 380 persone erano tutte armate, fratello. E indossavano tutti una maschera”, aggiunge.
“Ognuno di loro, fratello, è pronto a morire pur di uccidere gli arabi. Vogliono uccidere gli arabi a tutti i costi“.
L’Alto Comitato di monitoraggio per i cittadini arabi di Israele, ha dichiarato che “le autorità di polizia sono ben consapevoli dell’esistenza di questi gruppi” e “sembrano proteggere i gruppi dei giustizieri e dei coloni ebreo-israeliani“.
L’Alto Comitato, composto da rappresentanti eletti, leader del partito e leader della comunità, è il corpo rappresentativo de facto dei cittadini palestinesi in Israele.
Approvazione da parte delle autorità.
Ci sono ulteriori prove che attestano che le autorità israeliane fossero ben consapevoli dell’accaduto e persino sostenessero la violenza premeditata della folla.
Un video pubblicato da giornalisti israeliani del 12 maggio mostra il vice sindaco di Lydd, Yossi Harush, che dice a diversi importanti parlamentari che centinaia di coloni erano diretti in Cisgiordania per “proteggere” le case ebraiche.
“Consiglierei a ogni residente arabo di non uscire di casa”, dice Harush.
Ha dichiarato che i coloni “operavano come volontari” per “fornire la propria assistenza“.
Un video ottenuto da Adalah mostra una decina di auto parcheggiate con persone attorno mentre un uomo parla in ebraico.
“Queste sono persone che vengono dalla Giudea e dalla Samaria”, afferma, riferendosi al nome che Israele dà alla Cisgiordania occupata.
“Fucili M-16 a canna corta, chiunque voglia venire a proteggere lo stato è il benvenuto”, afferma. “Oggi romperemo loro le ossa”.
Adalah ha affermato che sta avviando un’azione legale in risposta al fallimento delle autorità israeliane di fermare questi gruppi ultra-nazionisti volti ad attaccare i palestinesi.
Gli utenti israeliani e dei social media hanno anche pubblicato screenshot di messaggi Telegram e WhatsApp che mostrano incitazione e tattiche simili.
Il Centro di informazione israeliano per i diritti umani nei Territori occupati, B’tselem, ha raccontato che i gruppi di coloni, inclusa l’organizzazione di estrema destra Regavim e un’altra chiamata My Israel, stavano formando le milizie armate per andare in svariate città all’interno di Israele, il 13 maggio.
My Israel ha fatto appello ai “veterani militari armati”, “proprietari di veicoli corazzati” e “laureati dei corsi di ufficiali di combattimento” per unire le forze.
I gruppi ultra-nazionalici hanno messo in pratica le loro minacce quando hanno invaso le città, distruggendo le imprese di proprietà palestinese, prendendo di mira le case palestinesi e attaccando i cittadini palestinesi nelle strade, nelle ultime settimane.
Decessi e feriti.
I cittadini palestinesi di Israele hanno protestato e continuano a protestare nelle strade in segno di solidarietà con i palestinesi a Gaza e nella Cisgiordania occupata.
Ci sono state segnalazioni di palestinesi che hanno appiccato il fuoco a una sinagoga a Lydd e hanno attaccato gli israeliani, compresa la polizia e i soldati.
Il giorno di lunedì, il 56enne Yigal Yehoshua, ebreo, è stato ucciso da un mattone che l’ha colpito alla testa, gettato contro la sua auto durante i disordini dei palestinesi a Lydd, il martedì precedente.
L’imam della città, Sheikh Yusef Al-Bazz, secondo quanto riferito, ha affermato che Yehoshua è stato attaccato da israeliani ebrei che lo avevano scambiato per arabo. Rimane poco chiara la causa effettiva della ferita fatale.
La notte prima dell’accaduto, Moussa Hassouna, un cittadino palestinese di Israele, è stato ucciso dai residenti ebrei a Lyld, che sostenevano di aver agito per “legittima difesa”, secondo quanto riportato da The Times of Israel.
Secondo il giornale, un’indagine iniziale indicava che “Hassouna si trovava a decine di metri di distanza dai sospetti ebrei quando gli hanno sparato”. Le autorità israeliane hanno arrestato e poi rilasciato quattro sospetti.
A Jaffa, un palestinese di 12 anni è rimasto gravemente ustionato quando hanno incendiato la sua casa di famiglia. Sua sorella, di 10 anni, è stata ferita meno gravemente, durante l’attacco.
Le telecamere di sicurezza hanno mostrato due uomini con cappuccio in un vicolo proprio prima dell’attacco.
La polizia ha arrestato un sospetto arabo. Ma secondo Haaretz, il padre dei bambini ha “difficoltà a credere che la persona che abbia attaccato la sua famiglia fosse arabo e che sia stato erroneamente identificato dalla polizia”.
Questo perché la casa della famiglia è stata decorata con mezzelune per il mese del Ramadan, anche se le luci delle decorazioni non funzionavano.
Nel discorso del 15 maggio, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha esortato ebrei e cittadini palestinesi di Israele ad astenersi da qualsiasi atto di violenza. Tuttavia, il suo linguaggio riflette il razzismo sistematico dello stato israeliano. “Non permetteremo ai nostri cittadini ebrei di essere linciati o vivere nella paura per colpa di bande arabe omicide”, ha così dichiarato Netanyahu, mentre si è limitato ad ammonire i cittadini ebrei dicendo di non “attaccare o linciare arabi innocenti”.
Adalah ha riportato che Netanyahu “continua a sottolineare che la polizia israeliana, impiegando brutale violenza contro i cittadini palestinesi, riceverà il pieno sostegno politico per le sue azioni”.
I cittadini palestinesi di Israele e i loro discendenti sono i sopravvissuti della Nakba, la pulizia etnica della Palestina effettuata dalle milizie sioniste prima e dopo la creazione di Israele, nel 1948.
A differenza di milioni di palestinesi nella Cisgiordania occupata e nella Striscia di Gaza, godono di diritti civili, come il diritto di voto. Tuttavia, affrontano una radicata discriminazione sancita da decine di leggi.
“Lo stato di diritto non ha alcun valore per quanto riguarda i palestinesi” in tutta la storica Palestina, ha aggiunto Adalah.
B’tselem ha dichiarato all’inizio di quest’anno che “la supremazia ebraica” è il “principio di organizzazione di Israele”.
“I cittadini palestinesi, collettivamente, temono per le loro vite”, ha dichiarato l’Alto Comitato di monitoraggio per i cittadini arabi di Israele in un invito rivolto alla comunità internazionale per intervenire a aiutarli e a proteggerli da “uno Stato ma anche da attori privati”.
– Tamara Nassar è una redattrice associata e Ali Abunimah è direttore esecutivo di Electronic Intifada
(Foto: Lydd. Gli estremisti ebrei israeliani onda le bandiere israeliane in mezzo a un coprifuoco notturno nella città. Oren ZIV Picture-Alliance/DPA).
Traduzione per InfoPal di Rachele Manna