Mentre era in coma ha sognato dei suoi bambini. Al risveglio scopre che due figli sono morti

Gaza – Infopal. La madre ferita, Nujud al-Ashqar, è tornata dagli ospedali egiziani alla sua famiglia, portando con sé vestiti e giocatoli avuti in regalo dalle donne egiziane. Giunta a casa, i famigliari non sono riusciti a rispondere a Nujud, che chiedeva dove fossero i suoi figli. Morti, uccisi, non è rimasto che il neonato Sabri.

La madre, entrata in coma a seguito del bombardamento israeliano contro Gaza, non sapeva che i suoi due bambini, Mohammad e Bilal, fossero morti tra le sue braccia. Al suo risveglio, la donna sente il sapore amaro che le ha lasciato la guerra: oltre ai figli, ha perso anche una mano e ha la testa rovinata.

 

I figli sempre in mente. Racconta di come, in ospedale, pensasse sempre ai suoi figli: “Erano sempre nella mia mente, anche quando ero in coma li ho sognati. Chiedevo di loro, ma tutti mi mentivano, mi dicevano che stavano bene e che si trovano a casa di mia sorella”. Ha poi aggiunto: “Le donne egiziane hanno saputo che ho dei figli e mi hanno regalato vestiti e giocattoli. Ero felice di tornare, nonostante il dolore delle ferite. Pensavo a quando li avrei incontrati. Questo mi ha gelato il cuore, non ho potuto nemmeno dar loro l’ultimo saluto”.

 

Il corpo straziato. La tragedia di Nujud al-Ashqar non si limita alla perdita dei suoi due bambini. Le bombe al fosforo che li hanno colpiti mentre si trovavano nella scuola dell’UNRWA di Beit Lahia, le hanno reciso una mano e straziato la testa, tanto che i medici, per un mese, non sono stati in grado di fermare completamente l’emorragia, né di sostituire la pelle ‘mangiata’ dal fosforo. Racconta di non riuscire a dormire per il dolore e di sentirsi a pezzi da quando si è resa conto di aver la testa completamente rovinata. Senza contare che a Gaza “non ci sono né medicine né creme”.

Nujud dovrà subire varie operazioni di chirurgia plastica alla testa, alla mano e ad altre parti del corpo, oltre al trapianto di capelli a causa della lacerazione del cuoio capelluto. I medici dicevano anche che avrebbe potuto perdere la memoria, ma non è successo.

 

Il dolore del padre. La sofferenza si aggiunge alla sofferenza, e questa volta è quella del marito sordomuto di Nujud. Il ritorno della moglie lo ha fatto uscire dall’isolamento in cui era rinchiuso dalla morte dei suoi figli.

Con gesti accompagnati a lacrime, tenta di esprimere il suo dolore, grazie al fratello che fa da interprete: “Ho tentato di proteggere i miei bambini dagli ebrei, ma loro me li hanno uccisi. Il cuore mi bruciava di dolore quando li ho visti coperti dal loro sangue. Sembrava che stessero piangendo, ma erano morti”.

Ha poi proseguito domandandosi quale colpa avessero: “Cosa abbiamo fatto io e i miei figli agli ebrei? Sono sordomuto, povero e non lavoro. Perché mi hanno portato via i bambini? Erano quanto di più bello vi fosse nella mia vita”.

 

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