Palestina occupata – Quds News. Netflix ha scelto due attori israeliani come protagonisti dell’imminente epopea biblica “Mary”, la cui uscita è prevista per il 6 dicembre. La scelta di Noa Cohen e Ido Tako per i ruoli di Maria e Giuseppe ha suscitato polemiche per il genocidio in corso da parte di Israele contro i palestinesi, tra cui la distruzione mirata del patrimonio cristiano e l’uccisione dei cristiani palestinesi a Gaza.
Il film, diretto da D.J. Caruso, racconta la storia del viaggio di Maria per far nascere il bambino Gesù e la fuga della famiglia dall’implacabile caccia del re Erode.
La star di Hollywood Sir Anthony Hopkins interpreta il ruolo di Re Erode. Caruso, in una recente intervista a Entertainment Weekly, ha sottolineato il desiderio di “autenticità” nel casting, spiegando che la decisione di scegliere attori israeliani deriva dalla loro capacità di “portare una miscela unica di grazia e presenza” ai personaggi. Una dichiarazione che è stata ampiamente criticata, in quanto gli israeliani non sono originari della Palestina, luogo di nascita di Gesù.
Questa scelta di casting arriva nel momento in cui si acuiscono le tensioni dovute al genocidio di Israele nei confronti dei palestinesi, e della popolazione cristiana.
Secondo quanto riportato, gli attacchi militari israeliani hanno causato la morte di oltre 50 cristiani palestinesi a Gaza, dall’inizio del genocidio, in ottobre, e sono aumentate le pressioni affinché i cristiani abbandonino la regione.
Padre Abdullah Julio, sacerdote cattolico palestinese di Ramallah, ha sottolineato che uno degli obiettivi dell’aggressione israeliana a Gaza è lo sradicamento della presenza cristiana nella regione. Julio ha espresso la preoccupazione che, se la situazione dovesse continuare, il cristianesimo a Gaza potrebbe diventare un lontano ricordo, con le chiese ridotte a semplici musei.
Il ministero degli Affari esteri palestinese ha condannato le azioni di Israele contro i cristiani palestinesi, definendole parte di un più ampio genocidio contro il popolo palestinese.
Di recente, Israele ha fatto pressione sulle chiese della Gerusalemme occupata affinché paghino le tasse, una mossa che il ministero considera un attacco alla presenza cristiana autoctona in Terra Santa.
La scelta di attori israeliani per il ruolo di Maria, in questo contesto di violenza e persecuzione cristiana, ha suscitato un dibattito. I critici sostengono che scegliendo coloni israeliani per ritrarre figure bibliche chiave, Netflix sta trascurando il genocidio e la pulizia etnica dei palestinesi, compresi i cristiani, in corso in Palestina.
Questi critici sottolineano che Israele, in quanto Stato di coloni, ha allontanato i palestinesi nativi, le cui radici nella regione risalgono ai tempi di Gesù.