Meshaal: l’assalto israeliano su Gaza ha rafforzato l’unità nazionale palestinese

Gaza – MaanGiovedì il leader di Hamas, Khaled Meshaal, ha dichiarato che l’attacco israeliano a Gaza non è riuscito a minare l’unità nazionale palestinese e che la sanguinosa offensiva delle ultime sette settimane ha “provato che la resistenza non può essere bloccata”.

“Israele voleva attaccare l’unità nazionale ed è attualmente alla ricerca di una vittoria immaginaria”, ha affermato in una conferenza stampa in cui si è congratulato con il popolo palestinese per la sua “vittoria” nell’affrontare Israele in un assalto durato più di 50 giorni e che si è concluso questa settimana.

Meshaal ha dichiarato che “senza il sostegno popolare a Gaza, la resistenza non avrebbe vinto. Uno degli obiettivi dell’assalto era quello di colpire la riconciliazione nazionale palestinese”. Ad aprile, infatti, tutte le principali fazioni palestinesi avevano istituito, per la prima volta in sette anni, un governo di unità, che Israele aveva condannato fermamente.

“Quando Israele ha fallito nel suo assedio a Gaza, ha scelto di distruggerla, ma è dovere del governo di unità nazionale e del mondo ricostruirla”.

Meshaal ha anche richiesto che l’Egitto apra il valico di Rafah e ha invitato Israele a porre fine alla sua occupazione dei territori palestinesi e permettere al popolo palestinese di determinare il proprio percorso.

“Non abbiamo alcun problema con gli ebrei e con la loro religione. Il nostro problema è con le attività di occupazione”.

Il leader di Hamas ha insistito che le armi dei gruppi della resistenza sono “sacre” e che i palestinesi non aderiranno ad alcuna richiesta al disarmo. Ha anche ringraziato la Turchia, la Malesia, il Sudafrica e le nazioni dell’America Latina che sono rimaste salde nel loro sostegno alla Palestina e alla resistenza palestinese.

Il popolo di Gaza è diventato un simbolo di fermezza e un onorevole esempio per tutto il mondo. Tutti i palestinesi a Gaza e le persone libere nel mondo sono compagni in questa vittoria”.

Questo discorso è avvenuto in mezzo alle celebrazioni diffuse in Palestina in quello che molti leader chiamano la più grande vittoria contro Israele, dopo che i leader israeliani hanno concordato un cessate il fuoco per “alleggerire” il lungo assedio di otto anni sulla Striscia di Gaza, limitando la “zona cuscinetto” di confine da più di 500 metri a 100 ed espandendo la zona di pesca in mare aperto per agli abitanti di Gaza da tre miglia nautiche a 12.

Altre richieste palestinesi devono essere discusse in un nuovo ciclo di negoziati a settembre, compresa la potenziale riapertura dell’aeroporto e del porto, nonché il rilascio dei prigionieri che Israele ha arrestato la scorsa estate in violazione degli accordi dell’affare Gilad Shalit del 2011.

A lungo Israele aveva dichiarato che il disarmo di gruppi militari di Gaza era un requisito fondamentale per qualsiasi cessate il fuoco, ma sembra aver fatto marcia indietro all’ultimo minuto all’inizio di questa settimana.

Negoziati ‘difficili’ in arrivo

Giovedì un membro della delegazione per i negoziati palestinesi ha avvertito che i colloqui di settembre per discutere gli ulteriori termini del cessate il fuoco a lungo termine con Israele saranno “difficili”.

Qais Abd al-Karim, segretario generale del Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina e membro del parlamento palestinese, ha dichiarato che, anche se tutte le fazioni politiche palestinesi hanno concordato il cessate il fuoco, ciò che è stato realizzato finora è solo “la metà di un successo”.

Abd al-Karim ha affermato che la “battaglia dei negoziati” inizierà il mese prossimo per rispondere a tutte le esigenze e ai diritti dei palestinesi, tra cui la fine completa dell’assedio israeliano a Gaza.

In relazione alla ricostruzione di Gaza, Abd al-Karim ha riferito che un accordo è stato raggiunto con le istituzioni umanitarie per iniziare la ricostruzione e che “dovrebbe iniziare immediatamente per permettere alle decine di migliaia di palestinesi le cui case sono state distrutte” di avere un’abitazione.

La ricostruzione della Striscia di Gaza devastata era una domanda fondamentale per i palestinesi, mentre Israele in precedenza limitava l’ingresso anche dei più elementari materiali da costruzione, sostenendo che potevano essere utilizzati per scopi militari.

L’assalto israeliano a Gaza nel corso delle ultime sette settimane ha lasciato più di 100.000 senzatetto, in aggiunta agli oltre 2.140 morti e a più di 11.200 feriti.

L’offensiva ha causato anche ingenti danni alle infrastrutture di Gaza, buttando giù l’unica centrale elettrica della Striscia e colpendo le limitate risorse idriche della piccola enclave costiera.