Mesha’al sulla Dichiarazione di Doha e sui detenuti in sciopero

Il Cairo – InfoPal. Khaled Mesha’al, a capo dell’ufficio politico di Hamas, ha incontrato ieri al Cairo il segretario generale della Lega Araba, Nabil al-‘Arabi, con il quale ha condiviso l’idea di internazionalizzare la causa dei detenuti palestinesi e arabi nelle prigioni israeliane.

I due hanno raggiunto un’intesa in base alla quale al-‘Arabi presenterà la questione dei detenuti all’Assemblea Generale Onu.

Dopo aver discusso con al-‘Arabi, Mesha’al è intervenuto in conferenza stampa dicendo: “Il file dei detenuti è in cima all’agenda politica, mai come ora nel mezzo dello sciopero della fame”.

Mesha’al ha ribadito le cause dello sciopero: “fine delle detenzioni in isolamento – alcuni detenuti si trovano in questa condizione da oltre 10 anni – e abrogazione delle leggi Shalit, provvedimenti per la repressione fisica e ‘legale’ dei prigionieri”.

Il leader di Hamas ha chiesto all’Egitto, che ha svolto un ruolo di rilievo nell’accordo per la liberazione di Gil’ad Shalit, di intervenire con Israele perché ponga fine a tali pratiche. “Di questo abbiamo discusso con il capo dell’Intelligence Murad Muwafi e con il ministro degli Esteri Mohammed Kamal ‘Amro”, ha detto Mesha’al.

Ricordando la gravità dello stato di salute di alcuni detenuti in sciopero della fame, Mesha’al ha inoltrato all’arena politica nel mondo arabo l’invito a partecipare alla loro lotta.

Mesha’al ha informato inoltre del proprio impegno di concerto con il presidente dell’Autorità palestinese (Anp), Mahmoud ‘Abbas, per fare doppia pressione su Israele.

“La questione dei prigionieri è fondamentale per la realizzazione dei contenuti dei due documenti alla base dell’accordo di riconciliazione nazionale, l’accordo del Cairo e la Dichiarazione di Doha.

Concludendo Mesha’al ha chiarito: “Nessun ‘veto’ né altri ostracismi da parte di Hamas per la nomina di ‘Abbas al premierato del prossimo governo di unità nazionale, organo che avrà i principali compiti di allestire le elezioni e lavorare alla ricostruzione di Gaza”.