Beirut – al-Akhbar, InfoPal. L’organizzazione per il Diritto al Ritorno, Thabit, ha informato che “qualunque iniziativa da parte del governo libanese volta a migliorare le condizioni dei rifugiati palestinesi nel paese, sarà apprezzata”.
A tal proposito è stata ritenuta “di vitale importanza” l’ultima decisione del ministro libanese per il Lavoro, Sharbil Nahas, per un maggiore riconoscimento dei diritti civili e sociali dei profughi palestinesi. La cittadinanza continuerà ad essere loro negata al fine di non comprometterne il Diritto al Ritorno.
Il ministro Nahas ha emesso la decisione n. 26, la quale prevede la possibilità per i palestinesi di lavorare in Libano pur senza un contratto di lavoro.
Il precedente ministro, Tarad Hamada, continuava a vietare loro l’accesso a tutte le professioni riservate ai cittadini libanesi.
In sostanza, la decisione di Nahas prevede un alleggerimento burocratico nella documentazione richiesta ai profughi palestinesi per ottenere un permesso di lavoro.
I palestinesi potranno lavorare per un periodo di tre anni e potranno essere titolari di un permesso lavorativo anche contestualmente alla mancanza di un’occupazione.
In base alle disposizioni legali di sempre, restano ad essi precluse alcune professioni, di cui i cittadini libanesi continueranno ad essere gli unici a svolgere: medicina, ingegneria, farmacia e altro ancora.
La decisione n. 26 sarà ora sottoposta alla Camera dei Deputati libanese.