Mine nelle terre palestinesi: il killer silenzioso

1705259570PIC. Le mine antiuomo sono uno degli strumenti di uccisione diffusi in varie zone del mondo, tra cui la Palestina, che sta ancora subendo la loro presenza in diverse zone, nonostante molte siano state rimosse.

Secondo le statistiche del Palestinian Mine Action Center, nel 2017, le mine hanno ucciso 300 persone e causato la menomazione di altri 26.000 individui.

Le statistiche suggeriscono anche l’esistenza di un milione e mezzo di mine sparse in 166 campi, da Jenin a Hebron, specialmente nelle zone di confine.

Ahmad Masaid, residente nella Valle del Giordano, afferma che tale area ha il maggior numero di mine in Palestina, nonché parecchi ordigni lasciati dalle forze di occupazione israeliane, che hanno anche tolto la vita di molti palestinesi. “L’occupazione israeliana ha dispiegato tutti i mezzi possibili per controllare il lato palestinese della valle del Giordano – ha spiegato -, cospargendo centinaia di ettari agricoli con le mine. Alcune comunità palestinesi, come Khirbit Yizra e Wadi al-Malih, trascurano la presenza di queste mine. Centinaia di palestinesi hanno perso la vita o hanno subito l’amputazione di un arto, diventando persone disabili, a causa di queste miniere che circondano i villaggi e le comunità. La loro presenza terrificante si estende dalle montagne alle valli”.

Nessuna zona di recinzione

Sottolinea quindi che il pericolo risiede nel fatto che ci sono molti campi minati nella valle occupata della Giordania, senza informazioni chiare sul luogo in cui sono poste, in termini di numeri e luoghi, senza segni di recinzione o di avvertimento, che ne indichino l’ubicazione. L’esercito israeliano le aveva seminate a caso.

Gli agricoltori palestinesi non possono accedere ai loro terreni dopo che questi sono stati dichiarati come zone militari chiuse, afferma Masaid.

Un esperto, che lavora con un gruppo delle Nazioni Unite che combatte contro le mine, riferisce che “il pericolo delle mine è ancora presente in Palestina. Hanno assunto diverse forme a partire dal 1967 e ancor prima, così come i nuovi campi minati, impiantati dopo la guerra di Gaza del 2014. Lavoriamo nella Striscia di Gaza per rimuovere le mine e i resti lasciati dalle guerre israeliane, soprattutto le ultime due. Abbiamo distrutto 129 bombe e rimosso 29 tonnellate di ordigni militari”.

Ostacolo per lo sviluppo

L’ingegnere Mazen Awad, che sorveglia alcuni progetti di sviluppo nella Cisgiordania, riferisce che, oltre alle perdite umane, in particolare tra i pastori palestinesi e gli agricoltori, le mine ostacolano anche lo sviluppo in Palestina: “Molte di queste mine sono situate in terre che potrebbero essere utilizzate per scopi industriali o agricoli. Esse costituiscono un ostacolo allo sviluppo dell’economia palestinese”.

Traduzione di Domenica Zavaglia