Ministero dei beni religiosi islamici chiede di intensificare la presenza musulmana ad al-Aqsa

Gerusalemme/al-Quds – PIC. Il ministero palestinese per i Beni religiosi islamici e gli affari religiosi nella Striscia di Gaza ha messo in guardia contro gravi pericoli che minacciano la moschea di al-Aqsa mentre gruppi dei templi ebraici e coloni pianificano di invaderla in massa durante la marcia della bandiera, che intendono realizzare giovedì nella Gerusalemme occupata.

In una dichiarazione rilasciata mercoledì, il ministero ha invitato i fedeli musulmani ad intensificare la loro presenza nella moschea di al-Aqsa e ad issare bandiere palestinesi nei suoi cortili e nei luoghi pubblici della città santa e nei Territori occupati.

Il ministero ha denunciato con forza l’Autorità d’occupazione israeliana per aver consentito l’organizzazione di una simile marcia provocatoria dei coloni nella città santa, affermando che durante questa marcia si verificano pratiche aggressive contro i musulmani.

Il ministero ha sottolineato la necessità che tutte le parti interessate si assumano le proprie responsabilità e facciano pressioni sul governo israeliano affinché annulli tale marcia.

Di recente, un gruppo estremista del “Monte del Tempio” (l’organizzazione “ritornando al Monte”) ha presentato una richiesta ufficiale alla polizia israeliana chiedendo il permesso di consentire agli ebrei di entrare in gran numero nella moschea di al-Aqsa portando bandiere israeliane giovedì 18 maggio.

Secondo i media israeliani, la marcia della bandiera israeliana si svolgerà lungo il suo percorso tradizionale, che attraversa il quartiere musulmano della Città Vecchia di Gerusalemme.

Tuttavia, diversi gruppi ebraici hanno incitato i loro seguaci a radunarsi agli ingressi della moschea di al-Aqsa e a cercare di assaltare i suoi cortili durante la marcia.

Il ministro della Sicurezza israeliano Itamar Ben Gvir ed altri ministri e parlamentari d’estrema destra dovrebbero prendere parte alla marcia dei coloni.

Le precedenti marce della bandiera hanno visto diversi coloni agire in modo provocatorio e violento contro i cittadini palestinesi, attaccando case e negozi e cantando insulti razzisti e blasfemi nella città santa.