Ministero della Salute, nel 2021: 355 palestinesi uccisi da Israele e 16.000 feriti

Ramallah – WAFA. Durante il 2021, Israele ha ucciso 355 palestinesi e ne ha feriti più di 16.500, secondo quanto affermato in un nuovo rapporto pubblicato domenica dal ministero della Salute palestinese.

Il rapporto afferma che 265 dei palestinesi uccisi da Israele si trovavano nella Striscia di Gaza, e in gran parte sono stati assassinati durante l’offensiva israeliana a Gaza, avvenuta a maggio dello scorso anno, e 90 si trovavano in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est.

La maggior parte dei feriti è stata registrata a maggio, durante gli 11 giorni del conflitto a Gaza, ha proseguito, aggiungendo che 3 mila feriti sono stati ricoverati in ospedale, di cui 2131 nella Striscia di Gaza, mentre 964 negli ospedali della Cisgiordania.

Secondo i grafici forniti nel rapporto, il numero di palestinesi uccisi da Israele nel 2021 è balzato da 10 ad aprile a 303 a maggio.

Tra le vittime, 87 erano bambini, 60 donne e 18 anziani.

Il ministero della Salute ha affermato che in Cisgiordania, il distretto di Nablus ha registrato il maggior numero di palestinesi uccisi da israeliani, arrivando a 30, seguito da 14 a Jenin, 13 a Ramallah e nel distretto di al-Bireh, 11 nel distretto di Hebron e 10 nel distretto di Gerusalemme.

Nella Striscia di Gaza, 120 palestinesi sono stati uccisi nella città di Gaza, 75 nel nord di Gaza e 34 nell’area di Khan Yunis, nel sud.

Anche le ferite inflitte con munizioni letali sono aumentate da 56 nell’aprile 2021 a 2866 a maggio dello stesso anno, a seguito dell’offensiva su Gaza.

Uno su quattro dei feriti con munizioni letali era minorenne, afferma il rapporto.

Ha aggiunto che il 50% delle ferite sono state provocate con munizioni letali e che delle 964 ferite trattate negli ospedali della Cisgiordania, il 35% erano agli arti superiori.

“Questo indica che i soldati israeliani volevano uccidere i palestinesi, soprattutto se prendiamo in considerazione il tasso del 50% di [uso di] munizioni letali”, ha affermato il ministero della Salute nel suo rapporto.