Ministri e parlamentari in prigione: ‘Anp sotto diktat sionista e americano’.

Ramallah – Infopal.  I ministri e i parlamentari palestinesi che si trovano nelle prigioni israeliane biasimano con forza il divieto dell’Anp di indire una seduta del Consiglio Legislativo che si doveva tenere ieri, lunedì 1° marzo. Invece, le porte del Consiglio sono state chiuse in faccia al suo presidente ‘Aziz Dweik, della corrente “Cambiamento e Riforma” vicina a Hamas.

I ministri e i parlamentari prigionieri affermano che ciò che ha commesso Fatah “conferma che la sua dirigenza non tiene né alla pacificazione né all’unità, poiché si trova sotto l’influenza dei sionisti e degli americani”.

Il comunicato dei politici palestinesi che si trovano nelle prigioni degli occupanti attribuisce la totale responsabilità della permanente divisione interpalestinese e del blocco dei lavori del Consiglio Legislativo al Comitato centrale di Fatah, al suo presidente Mahmoud ‘Abbas e al Consiglio rivoluzionario: “Ciò non fa che rafforzare gli interessi degli occupanti e realizzare i loro scopi, coprendo i loro crimini e le loro mire di dominio – e perciò di giudaizzazione – dei luoghi santi”.

Inoltre, impedire i lavori del Consiglio Legislativo significa “proseguire il complotto operato contro la libera scelta del popolo palestinese, perfezionando il ruolo degli occupanti che si sforzano di distruggere il sistema politico palestinese, soffocando la libera scelta democratica, mentre vi sono oltre cinquanta ministri e parlamentari palestinesi sequestrati nelle prigioni degli occupanti”.

Il comunicato, inoltre, elogia gli sforzi del presidente del Consiglio Legislativo e della delegazione parlamentare che l’accompagna mirati a indire una sessione per discutere i crimini contro l’umanità commessi in Palestina dalle forze di occupazione, discutere i decreti che includono luoghi santi islamici nella lista del cosiddetto “patrimonio ebraico” e anche il percorso adatto per mettere fine alla divisione interpalestinese.

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