Ministro dei Prigionieri: ‘In Israele ha sede il più vasto centro del traffico internazionale di organi’

Ramallah – Wafa'. Domenica scorsa, il ministro per gli Affari dei Prigionieri, 'Issa Qaraqe', ha affermato: “In Israele ha sede il più vasto centro di commercio internazionale di organi, proprio a causa del costante traffico degli organi dei detenuti palestinesi deceduti”.

In occasione della giornata nazionale della Campagna per la restituzione dei corpi di palestinesi e di arabi trattenuti da Israele, e per la sorte degli scomparsi in Israele, Qaraqe' ha dichiarato che “continuando a trattenere i resti dei palestinesi, Israele viola la legge internazionale, gli accordi e le norme”.

“Per questo – ha proseguito il ministro – Israele è responsabile di 'crimini efferati'”.

Qaraqe' ha chiesto l'implementazione delle risoluzioni emesse dalla Lega degli Stati Arabi nel 2009 per l'avvio di indagini sui crimini di Israele, per intraprendere azioni legali contro l'occupazione e per formulare il tutto in un rapporto sui diritti umani Onu.

“Israele trattiene i resti di coloro che ha assassinato in forma di vendetta contro le stesse vittime e le famiglie, ma anche per nascondere i crimini che commette sui loro corpi. Per sfuggire alla propria responsabilità penale”.

'Ali Khashan, ministro della Giustizia, presente all'incontro ha affermato che “non sussistono ragioni legali, né umanitarie per continuare a trattenere i corpi dei deceduti, definendo 'inconsistenti' i pretesti politici israeliani'”.

Egli ha sostenuto che “la questione non è di natura umanitaria' e che priva i deceduti palestinesi del diritto ad avere una sepoltura dignitosa così come prescritto dalla religione e secondo la tradizioni”.

Khashan ha poi comunicato che altri Stati Arabi sono impegnati a preparare cause legale per per la restituzione dei corpi dei “propri cittadini”.

Issam Abu al-Hajj, direttore generale dell'organizzazione legale gerosolimitana per i diritti umani, ha aggiunto che “la campagna – condotta in collaborazione tra il ministero della Giustizia e quello dei Prigionieri – ha documentato 338 casi di corpi di palestinesi e arabi che restano in Israele”.

Rivolgendosi alla Croce Rossa Internazionale (Icrc), il ministro della Giustizia ha chiesto come si possa restare in silenzio di fronte a questa faccenda e ha espresso il rifiuto di accogliere quanto propone Israele, quando chiede di affrontare la questione in un ambito negoziale, nonostante, grazie a questa campagna si sia riusciti a far ammettere a Israele l'esistenza di un elevato numero dei corpi di palestinesi e arabi deceduti.

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