Tel Aviv – MEMO. Uno degli alleati d’estrema destra del primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato martedì che Israele congelerà la costruzione di colonie nella Cisgiordania occupata, una settimana dopo che il segretario di Stato degli USA, Antony Blinken, aveva fatto pressioni in tal senso.
“Non ci sarà alcun congelamento delle costruzioni in Giudea e Samaria (Cisgiordania, ndr), punto e basta”, ha affermato martedì, in una nota, il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich (partito del sionismo religioso).
Membri di spicco della coalizione d’estrema destra di Netanyahu hanno cercato di espandere ulteriormente le colonie in Cisgiordania, che venne occupata da Israele nella guerra del 1967, e dove i palestinesi vogliono stabilire il loro Stato. La maggior parte delle potenze mondiali considera illegali le colonie israeliane in Cisgiordania e nella Gerusalemme Est.
Durante una visita in Israele e nei Territori palestinesi, la scorsa settimana, Blinken ha ripetuto gli appelli statunitensi per una soluzione a due stati tra Israele e i palestinesi, e ha chiesto pubblicamente di porre fine all’espansione delle colonie.
Durante colloqui privati con Netanyahu, Blinken ha anche chiesto a Israele di fermare la costruzione di colonie in Cisgiordania e la demolizione di case, secondo quanto hanno confermato a Reuters tre fonti statunitensi e arabe, sottolineando che la richiesta non è stata espressa formalmente.
Smotrich sovrintende anche le organizzazioni del ministero della Difesa, che sono responsabili dell’applicazione di alcuni regolamenti in Cisgiordania, conferendogli poteri significativi sull’area.
Le speranze di raggiungere una soluzione a due Stati, con uno Stato palestinese basato in gran parte in Cisgiordania, sono quasi svanite da quando, nel 2014, l’ultimo ciclo di colloqui sponsorizzati dagli Stati Uniti si è bloccato.