Ministro israeliano dell’Istruzione: ‘Nuovo codice etico’ per incoraggiare il sionismo

Gideon Sa'ar (photo from www.google.com) 

Gideon Sa'ar (foto di www.google.com)

Imemc. Durante l'incontro della Commissione della Knesset per l'Istruzione, il ministro Gideon Sa'ar ha spiegato che l'obiettivo del “nuovo codice” sarà quello di porre fine all'attuale diverbio sull'insegnamento del sionismo. I professori ritengono però che il piano ecceda i limiti della libertà accademica.

Sa'ar ha chiarito che il nuovo codice verrebbe introdotto nel sistema universitario per incoraggiare “la prospettiva sionista in ambito accademico”. Il codice, ha aggiunto, includerebbe i seguenti due principi: da una parte, i materiali dei corsi dovranno riflettere l'intera gamma di punti di vista esistenti su un determinato argomento; dall'altra, i lettori non verranno discriminati sulla base delle loro visioni politiche”.

Ha quindi negato che il codice violi i limiti della libertà accademica, dichiarando anzi che esso “dovrà assicurare il pluralismo”.

Certo, ha commentato il ministro, tale libertà non dovrebbe includere il diritto dei lettori d'invocare il boicottaggio d'Israele, sia accademico che di altro genere, poiché non rientra nell'interesse generale del Paese.

Diversi presidi universitari che hanno partecipato alla riunione hanno però espresso la propria delusione, ritenendo che adottare il codice proposto da Sa'ar sarebbe un errore. “Ogni università dovrebbe essere libera di stabilire le sue regole, e ogni intervento da parte di un organo esterno mette in pericolo la libertà accademica” sono le parole del consiglio dei presidi, riportate da Haaretz.

Il rettore dell'ateneo di Tel Aviv Aron Shai ha ugualmente espresso il proprio disappunto: “Creare un 'codice etico' distruggerebbe l'università”.

Una bozza del codice, ha annunciato Sa'ar, sarà pubblicata dopo che il Consiglio israeliano per l'istruzione accademica avrà terminato di dibattere sulla questione, e ai docenti accademici sarà data l'opportunità di esprimere le loro visioni al consiglio.

Nonostante le controversie, tuttavia, l'adozione o meno del codice da parte del Consiglio è tutt'altro che certa: la maggioranza dei ventisei membri proviene infatti dallo stesso mondo accademico, generalmente contrario all'idea secondo Ha'aretz.

 

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