L’attivista ha dichiarato a WAFA che i soldati hanno arrestato Mohammad Tamimi all’ingresso del villaggio e lo hanno portato in una stazione di polizia nel centro di detenzione di Benyamin, nella Cisgiordania occupata.
Mohammad Tamimi era stato precedentemente arrestato e trattenuto per tre mesi per aver partecipato alle proteste contro l’occupazione israeliana. Due mesi dopo il suo rilascio, è stato colpito alla faccia con un proiettile di metallo rivestito in gomma sparato da soldati israeliani, che gli ha provocato gravi danni alla testa e a causa del quale sono stati necessari un intervento chirurgico e la rimozione di parte del cranio.
A seguito di quest’aggressione, sua cugina, Ahed Tamimi, una figura importante della resistenza pacifica palestinese, ha dato uno schiaffo ad un soldato israeliano che aveva fatto irruzione nella sua casa a Nabi Saleh. In seguito a ciò, è stata arrestata e condannata, insieme a sua madre, Nariman, ad otto mesi di carcere per aver umiliato il soldato.