Gaza – Al-Mayadeen. Il complesso di Sant’Ilarione, un monastero del IV secolo situato a Gaza, è stato inserito nella lista dell’UNESCO dei siti in pericolo a causa della guerra genocida in corso da parte di Israele contro la Striscia, ha dichiarato venerdì l’organizzazione.
Il sito, considerato uno dei più antichi monasteri del Medio Oriente, è stato inserito nella lista a causa delle “minacce imminenti” evidenziate dalle autorità palestinesi.
“È l’unico modo per proteggere il sito dalla distruzione nel contesto attuale”, ha dichiarato all’AFP il direttore del Centro per il Patrimonio mondiale dell’UNESCO, Lazare Eloundou Assomo, riferendosi ai nove mesi di guerra dell’occupazione israeliana contro Gaza.
A dicembre il Comitato per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato ha concesso al monastero una “protezione rafforzata provvisoria”, il livello di sicurezza più alto consentito dalla Convenzione dell’Aia del 1954.
La Palestina esorta l’UNESCO a salvare gli edifici storici di Gaza.
L’8 dicembre 2023, Hamas ha chiesto all’UNESCO di preservare le strutture storiche di Gaza, spiegando come gli attacchi israeliani abbiano distrutto la chiesa più antica della Palestina, gli ultimi hammam e numerose moschee antiche.
Secondo quanto riportato da un’ONG, i bombardamenti sulla Striscia di Gaza non solo hanno preso di mira migliaia di palestinesi, ma hanno anche demolito una serie di architetture e siti storici.
Il ministero delle Antichità di Hamas ha condannato il “saccheggio di siti storici e archeologici” da parte delle forze di occupazione israeliane (IOF) dall’inizio dell’aggressione su Gaza, il 7 ottobre.
Il Ministero ha affermato che “il crimine di prendere di mira e distruggere i siti archeologici dovrebbe spronare il mondo e l’UNESCO ad agire per preservare questo grande patrimonio culturale e di civiltà”.
Secondo il governo, 104 moschee sono state distrutte dall’inizio della guerra su Gaza, e gli attacchi aerei hanno preso di mira la Grande moschea Omari e la moschea Othman bin Qashqar, nella città di Gaza, rispettivamente il 7 e l’8 dicembre.
Il ministero ha anche denunciato la distruzione dell’hammam al-Samara, l’ultimo bagno in stile turco del territorio, dove i gazawi si sono lavati per oltre mille anni.
La moschea Omari, un edificio di origini settecentesche, è stato interamente distrutto nel campo profughi di Jabalia subito dopo il bombardamento della chiesa di San Porfirio, che è ritenuta la terza chiesa più antica del mondo.
Nello stesso contesto, le IOF hanno ammesso che il bombardamento della chiesa greco-ortodossa di San Porfirio nella città di Gaza, avvenuto a fine ottobre, è stato causato dai loro aerei.
Traduzione per InfoPal di F.L.