Morgantini: ‘Tony Blair non fa il suo dovere’.

COMUNICATO STAMPA

di

LUISA MORGANTINI

VICE PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO

 

Tony Blair non fa il suo dovere: l’annullamento della sua visita a Gaza è un altro segnale della sua mancanza di determinazione ed impegno

 

Roma, 16 luglio 2008

 

E’ un segnale molto negativo che la visita dell’inviato del Quartetto Tony Blair a Gaza sia stata cancellata ieri, 15 luglio, in seguito a ciò che è stato descritto come "specifiche minacce per la sicurezza che hanno reso la visita impossibile".  

Come Delegazione del Parlamento Europeo abbiamo visitato, lo scorso giugno, i Territori Occupati Palestinesi, la Striscia di Gaza, la Cisgiordania e Gerusalemme Est. La nostra visita a Gaza è stata perfettamente coordinata dall’UNRWA e non abbiamo avvertito nessun sentimento di insicurezza, ma solo disperazione e responsabilità guardando alle condizioni di vita della popolazione palestinese sotto un assedio illegale (non preoccupatevi siamo anche andati a vedere il pericolo e i danni del lancio di razzi su Sderot).

Spero veramente che pressioni delle Autorità israeliane o altre forze non siano dietro questa decisione di Tony Blair di non recarsi a Gaza, usando la minaccia della sicurezza per impedire di testimoniare il disastro dell’assedio.

I Palestinesi, sia in Cisgiordania che nella Striscia di Gaza, lamentavano il fatto che Tony Blair non abbia mai visitato la Striscia, malgrado i compiti relativi al suo ruolo di inviato del Quartetto includano l’implimentazione dell’assistenza internazionale ai Palestinesi, lavorando a stretto contatto con i donatori ed altri soggetti, così come aiutare a realizzare piani e progetti concreti finalizzati a promuovere lo sviluppo dell’economia palestinese.   

Questi progetti, anche se non sono risolutivi fino a quando non terminerà l’occupazione militare israeliana, sono fondamentali ed urgenti per assicurare il prima possibile una vita migliore e più sana per i Palestinesi e specialmente quelli finalizzati a risolvere il problema del crescente inquinamento nella Striscia di Gaza a causa del malfunzionamento del sistema fognario, come a Beit Lahya, nel nord della Striscia di Gaza, dove Tony Blair avrebbe dovuto essere ieri.

Abbiamo visto le acque di scarico correre liberamente e a cielo aperto nelle vie di Gaza city e di altre città della Striscia per finire poi nel mare: ogni ritardo in questo senso sarà una tragedia non solo per tutte e tutti i Palestinesi che vivono là, ma anche per gli Israeliani che condividono lo stesso inquinato Mar Mediterraneo.

Per questa ragione la visita di Tony Blair poteva essere – e potrà ancora certamente esserlo in futuro- un’opportunità fondamentale per migliorare le condizioni di vita per i Palestinesi di Gaza, mostrando loro che non sono soli, dando al tempo stesso un segnale di speranza per l’unità e la riconciliazione del popolo  e del territorio palestinese e finalmente mostrando anche, invece di una politica di due pesi e due misure, un approccio imparziale da parte della Comunità Internazionale verso questo conflitto, iniziando concretamente ponendo fine alla punizione collettiva dei Palestinesi a Gaza rappresentata dall’assedio israeliano e dalle chiusure per persone e merci.

 

Per informazioni: Luisa Morgantini, + 39 348 39 21 465; Ufficio: + 39 06 69 95 02 17

Luisa.morgantini@europarl.europa.eu; www.luisamorgantini.net;

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