Morto a 80 anni il fondatore del movimento israeliano Gush Emunim

Gerusalemme-AFP e Ma’an. Il rabbino Moshe Levinger, fondatore del movimento Gush Emunim, orientato ad agevolare la formazione di insediamenti ebraici in Cisgiordania, è morto sabato all’età di 80 anni, così come riportato da alcuni suoi famigliari.

Nato nel 1935 a Gerusalemme da una famiglia di origini tedesche, Levinger iniziò giovanissimo a studiare per diventare rabbino sotto la guida di Tzvi Yehudah Kook, il padre spirituale del nazionalismo religioso.

Nel 1967, in seguito alla guerra dei sei giorni, con la quale gli eserciti israeliani conquistarono i territori palestinesi di Gerusalemme est, Cisgiordania e Gaza, Levinger e un gruppo di seguaci decisero di stabilirsi nei territori occupati.

Il loro principale obiettivo era quello di istituire una presenza ebraica nelle città palestinesi che secondo loro rivestivano un’importanza notevole nella storia dell’ebraismo.

Nel settembre del 1967, il governo laburista autorizzò la formazione del primo insediamento illegale a Kfar Etzion.

Nel 1974 Levinger fondò il Gush Emunim, un movimento ideologico a sostegno degli insediamenti ebraici nella Cisgiordania occupata in violazione del diritto internazionale.

Negli anni 80 fu accusato di appartenere ad una rete terroristica ebraica che effettuò molteplici attacchi contro le comunità palestinesi, non venendo tuttavia ritenuto colpevole.

Nel 1990 fu condannato per omicidio colposo per aver sparato contro la folla a Hebron uccidendo un Palestinese.

Levinger, che aveva 11 figli, fu condannato a 5 mesi di reclusione, scontandone però solo 3 in quanto rilasciato per buona condotta.

Dal 1967 Israele ha costruito decine di magliaia di abitazioni destinate ai coloni ebrei nell’ambito di un’ampia politica di ebraicizzazione, permettendo a circa 550 mila ebrei di stabilirsi negli insediamenti della Cisgiordania e di Gerusalemme est.

Traduzione di Lorenzo D’Orazio