Moschea di al-Aqsa: la crisi si approfondisce

Gerusalemme – Abraham Abu Saif. Domenica sono falliti gli appelli provenienti dai “gruppi per il Tempio” per prendere d’assalto in moschea di al-Aqsa, in occasione della Festa del tabernacoli del popolo ebraico.

La polizia di occupazione israeliana ha chiuso la Porta di Maghariba, una delle porte di accesso alla moschea di al-Aqsa da cui i coloni lanciano le loro incursioni nel plesso sotto la copertura del “turismo”.

La polizia ha anche chiuso altre porte della moschea, e ha permesso ai musulmani di entrare a al-Aqsa dopo aver controllato le carte di identità.

Secondo Sheikh Azzam Khatib, direttore generale del Waqf di Gerusalemme e della moschea al-Aqsa, la polizia ha bloccato gli accessi alla moschea in seguito alle sue sollecitazioni affinché gli estremisti ebrei non entrino ad al-Aqsa e non venga dissacrata la santità del luogo.

Sheikh Al-Khatib ha spiegato che le richieste dell’ambasciatore giordano alle autorità israeliane sono rivolte a evitare incursioni nella moschea di al-Aqsa.

“Gli amministratori israeliani del tempio”, guidati dal rabbino Yoel Alzoor, avevano invitato a prendere d’assalto la moschea di al-Aqsa, domenica. In una dichiarazione sostenevano che era l’ora del “Monte del Tempio”, un’ascensione di massa che precede la costruzione dell’altare e le offerte ebraiche della Pasqua nel tempio. E questo include presunte intrusioni di donne del gruppo “Donne per il Tempio”, chiamato anche il “Monte del Tempio Fedele”, guidato da Gershon Salomone.

Anche la “leadership ebraica”, che è un ramo del movimento Likud, ha richiesto di irrompere nella moschea di Aqsa, lunedì. Il movimento è guidato dal vice presidente della Knesset , Moshe Veglen.

Traduzione di F.G.