Mufti egiziano incoraggia i musulmani a sopportare pacificamente gli insulti

Ma’an – Yasmine Saleh.

Cairo (Reuters) – I musulmani offesi dalle vignette che si prendono gioco del profeta Muhammad dovrebbero seguire il suo esempio e sopportare gli insulti senza reagire, ha detto il massimo ufficiale legale islamico in Egitto.

Le ambasciate occidentali a Sanaa hanno rafforzato le misure di sicurezza, temendo che le vignette pubblicate mercoledì su una rivista francese possano portare a ulteriori scontri nella capitale yemenita, dove, la settimana scorsa, la folla ha attaccato la missione Usa per un video anti-islam girato in America.

Nell’ultima ondata di proteste nel mondo islamico contro il video, molte migliaia di musulmani sciiti hanno manifestato a Zaria, città nel nord della Nigeria, bruciando un’immagine del presidente americano Barack Obama e gridando “morte all’America”.

Martedì, nella capitale pakistana, circa un migliaio di manifestanti ha lanciato pietre e si è scontrato con la polizia cercando di farsi strada verso l’ambasciata americana, mentre il governo ha bloccato i servizi di telefonia mobile in più di una dozzina di città, una misura di sicurezza in attesa delle proteste previste per venerdì.

L’ambasciata Usa in Pakistan ha lanciato alcuni spot televisivi, in uno dei quali compare il Segretario di Stato Hillary Clinton, puntualizzando che il governo americano non ha nulla a che fare con il film.

Le ambasciate americana e francese sono state chiuse venerdì a Jakarta, capitale dell’Indonesia, paese che conta la più grande popolazione musulmana del mondo, ed alcune missioni nella capitale afgana, Kabul, sono state chiuse.

Le vignette del settimanale satirico francese Charlie Hebdo hanno scatenato manifestazioni in strada, sebbene circa 100 iraniani abbiano dimostrato fuori dall’ambasciata francese a Teheran.

In Tunisia, il luogo di nascita delle rivolte della Primavera Araba, il governo filo-islamico ha bandito le proteste organizzate venerdì contro le vignette. Quattro persone sono morte e circa 30 sono state ferite la settimana scorsa quando i manifestanti, furenti per il film sul profeta Muhammad, hanno preso d’assalto l’ambasciata Usa.

Un attivista islamico ha auspicato attacchi in Francia per vendicare l’insulto all’Islam dagli “schiavi della croce”.

Muawiyya al-Qahtani, su un sito utilizzato dai militanti islamici e monitorato dal gruppo americano di intelligence SITE, ha affermato: “C’è qualcuno disposto a rimboccarsi le maniche e riportarci alla gloria dell’eroe Muhammed Merah?”.

Si riferiva ad un cecchino, ispiratosi ad al-Qaida, che ha ucciso sette persone, tra cui tre bambini ebrei, a marzo nella città di Tolosa, nel sud della Francia.

Il gran Mufti egiziano, Ali Gomaa, condannando la pubblicazione delle vignette in Francia come un atto volto all’istigazione, martedì ha affermato che questo episodio ci ha mostrato come l’Occidente ed il mondo musulmano siano divisi.

Gomaa ha detto che il profeta Muhammad e i suoi compagni hanno sopportato “insulti peggiori dai non credenti della loro epoca. Non solo il suo messaggio veniva puntualmente rifiutato, ma veniva spesso cacciato dalla città, maledetto e assalito fisicamente in numerose occasioni.

“Ma il suo esempio fu sempre quello di sopportare tutti gli insulti personali e gli attacchi senza nessuna reazione. Non ci sono dubbi che, dal momento in cui il Profeta è il nostro più grande esempio in questa vita, questa dovrebbe anche essere la reazione di tutti i musulmani”.

La sua affermazione ha ripreso quella di Al-Azhar, la più prestigiosa istituzione egiziana per gli studi sunniti, la quale ha condannato le caricature che mostravano il Profeta nudo ma ha affermato che qualsiasi protesta doveva essere pacifica.

Un funzionario della Chiesa Copta ortodossa in Egitto, la cui popolazione di 83 milioni di persone conta il 10% di cristiani, ha anche condannato le vignette come insulti all’islam.

La settimana scorsa, alcuni manifestanti egiziani hanno scalato le pareti dell’ambasciata americana e hanno staccato la bandiera. Si sono scontrati con la polizia per quattro giorni, sebbene la maggior parte delle centinaia di egiziani che sono scesi per strada abbia manifestato pacificamente.

Le proteste dei musulmani

Gomaa ha affermato che gli insulti all’islam e le relative reazioni, tra cui l’omicidio dell’ambasciatore Usa in Libia e gli attacchi alle altre ambasciate occidentali nella regione, non possono essere dissociate dagli altri punti di conflitto tra l’Occidente e il mondo musulmano.

Il Mufti ha citato il trattamento dei musulmani al centro di detenzione Usa a Guantanamo, la guerra in Iraq condotta dagli Stati Uniti, attacchi in Yemen e Pakistan con aerei radioguidati e la demonizzazione dei musulmani dai partiti europei di estrema destra come “fattore primario” delle tensioni.

“E poi l’insistenza ad accendere queste tensioni sopite con la pubblicazione di materiale offensivo e insultante in un tentativo temerario di spavalderia, sostenendo la superiorità delle libertà occidentali sulla presunta mentalità chiusa dei musulmani, rasenta l’incitamento”, ha affermato Gomaa nella sua dichiarazione sul blog Reuters FaithWorld.

Dopo l’assalto all’ambasciata Usa a Tunisi, il ministro dell’Interno tunisino ha proibito le proteste contro le vignette previste per venerdì scorso“per prevenire perdite umane e materiali”.

L’Unione Europea ha rilasciato un appello congiunto, attraverso il proprio capo della politica estera, con la Lega Araba, l’Unione Africana e l’Organizzazione per la Cooperazione Islamica per la “pace e la tolleranza”.

“Noi condanniamo qualsiasi forma di odio religioso che costituisca un’istigazione all’ostilità e alla violenza”, ha affermato.

“Mentre riconosciamo una totale libertà di espressione, crediamo nell’importanza del rispetto di tutti i profeti, indipendentemente dalla religione a cui appartengono”.

Il portavoce del ministro degli Esteri iraniano, Ramin Mehmanparast, ha condannato le vignette come “un sistematico complotto” contro l’islam.

“Il coordinato e continuativo silenzio dei paesi occidentali verso queste odiose azioni anti-islam è la prima ragione che determina la reiterazione di tali insulti”, ha affermato.

Il portavoce iraniano ha parlato un giorno più tardi del ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, e ha definito la pubblicazione delle vignette “una provocazione”.

Il vignettista danese che, sette anni fa, oltraggiò i musulmani con un disegno del Profeta ha affermato che l’Occidente non può lasciarsi mettere la museruola per paura di offendere la sensibilità musulmana.
Kurt Westergaard, la cui satira sul profeta Muhammad è apparsa sul giornale Jyllands-Posten, è stato quasi ucciso nel 2010 da un attentatore che brandiva un’ascia, ha affermato la rivista austriaca News. Westergaard non aveva rimpianti sul proprio lavoro e ha detto che la libertà di parola era troppo preziosa per rinunciarvi.

“In futuro dovremmo lasciarci censurare dalle autorità musulmane di paesi profondamente antidemocratici?” ha chiesto.

Per molti musulmani, qualsiasi rappresentazione del Profeta è blasfema.

Lo scalpore suscitato dal video anti-islam e dalle vignette ha rappresentato una dura sfida alle nuove autorità nei Paesi Arabi dove le insurrezioni popolari hanno spodestato consolidati autocrati.

In Libia, dove le milizie che hanno deposto Muammar Gheddafi hanno ancora un grande potere, il ministro degli Esteri, martedì, ha rinnovato le scuse per la morte dell’ambasciatore Usa Christopher Stevens, durante la visita al vice-Segretario di Stato William Burns.

Stevens ed altri tre americani sono morti in un attentato alla sede consolare Usa, nella zona est della città di Bengasi, attaccata da uomini armati in mezzo ad una folla che stava protestando contro il film che ha denigrato il Profeta.

Traduzione per InfoPal a cura di Cinzia Trivini Bellini