Murqas, ministro cristiano del governo Hamas: "Ho ricevuto il benvenuto da tutti i palestinesi".

Pubblichiamo qui di seguito l’intervista all’ingegnere Juda Murqas, cristiano, ministro del Turismo e delle Antichità palestinesi nel governo Hamas.

Betlemme. Dal nostro corrispondente

Si sente a disagio come ministro cristiano nel Governo Hamas?

Assolutamente no. Noi siamo un unico popolo. Inoltre, secondo me, da quando abbiamo dato il via al nuovo Governo, questo non è più solo di Hamas, ma di tutti i palestinesi. Noi ministri siamo d’accordo di lavorare come tecnici e professionisti senza entrare nel merito dei problemi religiosi. Questo non è affare nostro. Noi siamo un Governo tecnico poiché 13 membri hanno il dottorato di ricerca, 8 sono ingegneri e insegnanti. Rappresentiamo

tutto il popolo palestinese, perché il Governo è un’emanazione del Parlamento.

 

Il ministero delle Antichità e del Turismo è sempre stato soggetto a critiche. Ne è

al corrente?

Tutti i ministeri precedenti hanno subito delle critiche. Questo è difficile da verificare adesso: bisognerebbe capire quali sono stati gli errori. Noi puntiamo al cambiamento, in accordo con la fiducia che il popolo ci ha dato, e cerchiamo di trovare il sistema per risolvere tutti i problemi precedenti.

Vuol dire che farete dei piccoli passi e non una rivoluzione?

Sì, è così, non compiremo azioni rivoluzionarie, ma opereremo per il miglioramento e lo sviluppo.

Con tutte le pressioni che ricevete, fino a che punto il vostro programma potrà avere successo?

Noi siamo sicuri che avremo successo perché lavoriamo in collaborazione con tutti i ministeri e poi penso che le pressioni esterne si allenteranno e che le cose andranno bene.

Pensate di promuovere il turismo in Palestina presso i paesi arabi e il resto del mondo?

Inviteremo gli arabi e tutti gli altri: vogliamo portare turisti in Palestina.

Vi fanno paura le minacce israeliane e in particolare quella del ministro Mufaz che ha affermato di colpire tutti i ministri del governo?

No, assolutamente. Siamo abituati a queste minacce, che non fanno più paura a nessuno. Questo tipo di linguaggio non darà più frutti. 

Ha ricevuto pressioni personali che cercavano di impedirle di far parte del governo?

Non non ho subito pressioni da nessuna parte; al contrario, ho ricevuto incoraggiamenti da tutto il popolo palestinese, e da tutti i partiti, e non soltanto da Hamas.

Come fa il Governo a riuscire a lavorare, così diviso fra Gaza e i Territori occupati?

Organizziamo le riunioni in video-conferenza fra Ramallah e Gaza. E’ questo il nostro accordo.

Il Governo israeliano ha dichiarato che non tratterà con voi neanche sui problemi quotidiani. Questo avrà effetti sul vostro programma?

Non abbiamo ricevuto comunicazioni al riguardo e la rottura di cui sta par
lando esiste già.

Questa situazione avrà effetti in particolare per il ministero del Turismo?

No, nessun effetto.

Pensa che avrete problemi con il presidente Abu Mazen?

No, noi lavoriamo per l’interesse del popolo palestinese.

Adesso esitono  degli ostacoli?

Il nostro rapporto con il presidente è buono e abbiamo tutto il rispetto dei vari gruppi della presidenza.

Siete in contatto con il Premier Haniyah?

Sì, abbiamo contatti giornalieri con il fratello Primo Ministro; lo mettiamo al corrente di tutto e discutiamo con lui. Le attività dei ministri sono iniziate sabato e già prima che il Governo avviasse i lavori, noi ci sentivamo tutti giorni.

 

 

 

 

 

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