Musulmani lanciano l’allarme sulle gravi ripercussioni della costante invasione di al-Aqsa

Gerusalemme/al-Quds – WAFA. Funzionari musulmani hanno lanciato l’allarme sulle gravi ripercussioni delle violazioni, da parte di fanatici ebrei, della santità e dello status quo della moschea di al-Aqsa, il terzo luogo più sacro dell’Islam, situato nella Città Vecchia della Gerusalemme occupata.

Funzionari del Dipartimento per i beni religiosi islamici di Gerusalemme, che sovrintende i luoghi santi dei musulmani nella città, hanno affermato che sono in aumento le provocazioni dei fanatici che invadono quotidianamente la moschea di al-Aqsa con la protezione ed il consenso della polizia.

Hanno aggiunto che i fanatici spesso eseguono rituali religiosi nonostante il divieto di tali attività, che violano lo status quo dell’intero complesso della moschea di al-Aqsa in quanto luogo sacro puramente musulmano (ai non musulmani non è consentito svolgere alcuna attività religiosa rituale nei suoi locali).

L’avvertimento è arrivato mentre gli ebrei progettano di suonare lo shofar, un antico corno, nei locali della moschea di al-Aqsa durante il capodanno ebraico, il 26 settembre, e hanno già chiesto alla Corte suprema israeliana il permesso.

Vogliono anche portare nel complesso musulmano scialli e libri di preghiera, nonché fronde di palma e altre piante utilizzate durante le imminenti festività del Sukkot, che inizieranno a metà ottobre.

Lunedì, il rabbino Yehuda Glick ha suonato un corno mentre si trovava nella moschea, nello stesso momento in cui altri hanno ballato e cantato ad alta voce e recitato preghiere nei cortili di al-Aqsa.

I musulmani temono che Israele voglia consentire agli ebrei di utilizzare il luogo santo musulmano per le loro preghiere e dividerlo tra musulmani ed ebrei, come è avvenuto con la moschea Ibrahimi nella città occupata di Hebron, nella Cisgiordania meridionale.