Naksa, Europeans for al-Quds: i paesi europei sono invitati a conformarsi al diritto internazionale contro le violazioni israeliane

Europei per al-Quds. Nel 56o anniversario dell’occupazione israeliana di Gerusalemme, i paesi europei sono invitati a conformarsi al diritto internazionale contro le violazioni dell’occupazione.

Il 5 giugno ricorre il cinquantaseiesimo anniversario dall’occupazione israeliana della parte orientale della città di Gerusalemme. Questo ricordo doloroso giunge in coincidenza con l’incremento nelle attività di insediamento, nella messa in atto di politiche volte all’ebraicizzazione e di misure oppressive da parte delle autorità di occupazione israeliane.

Tali azioni mirano a rendere impossibile la vita ai cittadini palestinesi e ad alterare il carattere della città, intaccando la sua identità araba e islamica.

Le recenti misure di ebraicizzazione intraprese dall’occupazione hanno raggiunto il loro apice con una riunione tenuta dal governo israeliano più estremista della storia di Israele. Questa riunione si è svolta in un tunnel situato sotto la Moschea di Al-Aqsa e ha portato ad una serie di decisioni pericolose che perpetuano il processo di ebraicizzazione. Inoltre, la marcia delle bandiere israeliane, accompagnata da numerosi atti di violenza compiuti dai coloni, serve come manifestazione della violenza informale che è sostenuta e incoraggiata dal governo israeliano.

Basandosi sul monitoraggio quotidiano delle violazioni dei diritti umani nella città di Gerusalemme, l’Organizzazione Europei per al-Quds conferma il notevole aumento nella frequenza e nella varietà delle violazioni che colpiscono vari aspetti della presenza palestinese. Tali violazioni si verificano a più livelli. In primo luogo, vi è il danno diretto inflitto agli individui attraverso uccisioni, ferimenti, arresti, abusi e tentativi di sfollamento. In secondo luogo, vi è il danno inflitto all’identità stessa di Gerusalemme, prendendo di mira le sue strutture e i suoi luoghi sacri, attraverso la creazione di insediamenti e con i tentativi di assediare la presenza dei cittadini palestinesi. In terzo luogo, esiste la violazione delle libertà religiose, in particolare il diritto di culto dei musulmani e dei cristiani che viene ripetutamente leso attraverso attacchi compiuti contro moschee e chiese.

Tutte queste violazioni avvengono mentre Israele fornisce pieno supporto ai coloni cercando di consolidare la loro presenza come si trattasse di un dato di fatto. Tale sostegno si concretizza anche con la ebraicizzazione dei luoghi islamici, come la recente conversione ufficiale della Torre della Cittadella e della sua moschea in un Museo di David che presenta una narrazione storica distorta sulla città di Gerusalemme.

In questa data, il 5 giugno 1967, ricordiamo come le forze israeliane abbiano circondato e occupato la città di Gerusalemme in due giorni, un’occupazione che continua fino ad oggi.

Da allora, le forze israeliane hanno consolidato il loro controllo sulla città attuando diverse politiche che prevedono la creazione di avamposti coloniali. Queste politiche hanno provocato l’espulsione e lo sfollamento dei palestinesi, facilitando, al contempo, l’affluenza dei coloni ebrei. L’obiettivo è quello di manipolare la realtà demografica e alterare il carattere arabo-islamico della città attraverso l’ebraicizzazione dei nomi delle vie, l’esposizione di bandiere israeliane e lo sradicamento delle tracce che indicano la presenza palestinese e araba.

In occasione di questo anniversario, l’Organizzazione Europei per Al-Quds è lieta di annunciare la seconda Conferenza Internazionale di Al-Quds che si terrà a Milano, in Italia, prevista per l’inizio del prossimo autunno. La conferenza si svolgerà in tre lingue: italiano, inglese e arabo. Il suo scopo principale sarà quello di porre in evidenza i seguenti punti:

  • Chiedere la fine dell’occupazione israeliana della città di Gerusalemme, sottolineando la responsabilità della comunità internazionale nel sostenere questa richiesta. L’occupazione di Gerusalemme viola i diritti storici e le risoluzioni delle Nazioni Unite e nessuna misura oppressiva o azione di forza può modificare questa legittima rivendicazione.
  • Evidenziare l’illegalità di qualsiasi misura de facto attuata dalle autorità di occupazione israeliane nella città occupata di Gerusalemme. Deve essere riconosciuto che tutte le misure adottate dalle autorità di occupazione dal 1967 non modificano lo status giuridico di Gerusalemme in quanto territorio occupato.
  • Esprimere piena solidarietà al popolo di Gerusalemme che sta oggi affrontando una grave campagna di pulizia etnica, che non ha precedenti nei tempi moderni. Esortare la comunità globale a sostenere e proteggere il diritto dei palestinesi a rimanere nella terra che hanno ereditato generazione dopo generazione.
  • Complimentarsi con la XX edizione della Conferenza sui Palestinesi in Europa, tenutasi nella città di Malmö, che ha ampiamente affrontato la questione di Gerusalemme.
  • Affermare l’importanza di continuare a sfruttare le capacità della comunità palestinese in Europa e mobilitare il sostegno a livello popolare, politico, legale e mediatico, in particolare nelle lingue europee. Questo sostegno dovrebbe essere esteso a tutto il continente europeo, con particolare attenzione all’Italia, per sostenere la giusta causa palestinese, dando priorità alla questione di Gerusalemme.
  • Esortare i paesi dell’Unione Europea ad adempiere alle proprie responsabilità e a costringere lo stato occupante ad aderire al diritto internazionale e alle risoluzioni delle Nazioni Unite. Ciò include il rispetto della Quarta Convenzione di Ginevra per la protezione dei civili e la fine del terrorismo sponsorizzato dallo stato contro i civili palestinesi a Gerusalemme. Inoltre, esortare i paesi dell’Unione Europea a facilitare il libero svolgimento dei riti religiosi nelle moschee e nelle chiese e ad impedire ai coloni di compiere violenze contro i palestinesi e le loro proprietà.

Organizzazione Europei per al-Quds

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