Nasce Pandora, la tv che racconta la realtà.

Da: http://www.megachip.info/index.php

Presentata a Torino Pandora Tv, l’apriscatole – 02/09/08

di Nadia Redoglia – Megachip

Sta giusto cominciando a muovere i primi passi Pandora-tv, ma a giudicare dal successo che ottiene ogni volta che la si presenta la ‘creatura’ dimostra caratterino di gran bella stoffa ed è con questo spirito che ha intenzione di crescere. Torino per la seconda volta lo conferma. La prima, il 17 luglio, nella ‘fabbrica delle E’ messa a disposizione dal Gruppo Abele: sala colma, posti in piedi compresi. Ancora di più ne abbiamo contati l’ultimo giorno d’agosto al circolo culturale ‘Anatra zoppa’ organizzatrice di serata da revival di ‘festa dell’unità’ sempre piacevole perché si mangia bene spendendo il giusto nel senso che non si ricorre a specchi da allodole per attirare, piuttosto al ‘così è se vi pare’.

Hanno suscitato notevole interesse gli interventi di Giulietto Chiesa e Diego Novelli che nell’occasione hanno parlato d’informazione di regime in Italia e della doverosa possibilità di opporsi. Da qui nasce Pandora, il suo logo è un apriscatole -alla bisogna potrebbe pure romperle- Il promo che parla di lei proiettato nella serata ha fornito esaurienti elementi a dimostrazione che il nostro Paese non possiede informazione, ma induzione.

Ha palesato che i nostri giornalisti non formulano ai proprietari della stanza dei bottoni la seconda domanda ché impossibilitati a farlo -a meno di essere espulsi dal circuito mediatico- accontentandosi della prima, quella per tutte le occasioni come l’abito della festa e solo su questa elaborano traendo le conseguenti ovvie banalità che ci vengono propinate, esattamente come la funzione dell’abito buono per tutte le cerimonie. L’informazione non può avere padroni in uno Stato con libertà d’espressione, sarebbe ossimoro.

La libertà di stampa è il dunque, consequenziale al nostro diritto acquisito. E’ tempo di stabilire da che parte si vuole stare, sostengono Chiesa e Novelli, illustrando, portando esempi, ricordando la sacralità di quel diritto e si/ci chiedono fino a quando saremo disponibili a ignorare, considerato il troppo tempo trascorso da che ci è stato sottratto, la drammatica carenza dell’oggi, data l’indifferenza con cui affrontiamo l’inquietante scenario planetario e di casa nostra. Hanno portato ad esempio le guerre in oriente, quelle che dovevano durare poche settimane, hanno ricordato il conflitto recente Ossezia-Russia, rilevato le severissime problematiche ambientali, culturali, sociali e quelle semplicemente umane legate alle ingiustizie quotidiane e, dal tourbillon del tutto, le avvisaglie portate dai messaggi cinesi. Pandora vuole esserci ‘solo’ per dare la possibilità d’informarci sugli eventi e sui fatti del giorno, non potrà proprio far nulla perché questi non accadano ché ciò è compito di coloro che, messi in condizione di elaborare e riflettere, decideranno il da farsi. Ora funziona al contrario: l’induzione mediatica porge il caso già risolto avendo in proprio stabilito il chi, come, dove quando e perché il tutto s’è’ compiuto, che ciascuno dunque prosegua sereno ad occuparsi del proprio orticello.

Il gran numero di donne, uomini e ragazzi che invece d’approfittare delle ultime passeggiate agostane accorrono all’invito di Pandora-tv ci sorprende. Se poi Pandora, anziché promettere ricchi premi e cotillons, isole e castelli favolosi, magie da desideri esauditi, chiede loro di contribuire con 100 euro a cranio, ottenendo migliaia di adesioni -il solo modo per lavorare senza padroni e yes men, con libertà di fare seconde e più domande- ebbene, a questo punto è innegabile che l’informazione che possediamo -peraltro subdolamente a pagamento quella di stato pur identica a quella commerciale- non opera in nome di tutto il popolo italiano perché a quanto pare molti si stanno ribellando.

Pandora, contro le voci dei padroni – 31/07/08

di Giulietto Chiesa – Megachip

Abbiamo cominciato a parlarne il 1 febbraio del 2008. Due mesi prima del disastro (annunciatissimo) del 14 aprile. Qualcuno disse: non potevate aspettare la fine delle elezioni?

Risposi che l’idea di lanciare un progetto di informazione indipendente non era in relazione diretta con le elezioni. Risposi quello che pensavo: che l’emergenza informativa era già in atto e che, comunque fossero andate le elezioni, con una vittoria prevedibile della destra e con un prevedibile piazzamento del Partito Democratico, noi tutti, noi cittadini, noi persone viventi, noi individui dotati di diritti, ci saremmo trovati muti, espulsi dal circuito comunicativo, cancellati dal sentire comune (dei vincitori) privati perfino del diritto di opporci, perché saremmo stati privi anche di una opposizione parlamentare.

Lasciamo stare il fatto che la previsione fu esatta. Resta l’altro fatto, molto più importante, che in quella assemblea del 1 febbraio, convocata nella sede romana di Megachip, si trovarono oltre cento persone, decine di giornalisti, intellettuali, scrittori, giovani, gente con le più diverse esperienze politiche, culturali. Tutti accomunati da quell’unico tema: emergenza informativa, emergenza democratica. Molti dei presenti furono poi tra i firmatari dell’appello per un canale televisivo e web indipendente.

Da allora la cerchia dei sostenitori dell’idea si è allargata e di molto. Altre decine di giornalisti e intellettuali si sono aggiunte ai primi firmatari. Oltre 3500 persone si sono pronunciate dichiarandosi disponibili a finanziare, di tasca loro, il progetto che è venuto precisandosi in questi mesi. Qualcuno dirà che 3500 persone sono poche. Io dico che quelli che sono disponibili a partecipare, anche finanziando, sono molti di più. Lo so perché l’ho verificato di persona. Non tutti hanno segnalato la loro volontà, per tante ragioni. C’è chi non crede che ce la faremo, chi non ha l’abitudine di partecipare, chi aspetta e vedremo, chi non ha pensato –
sbagliando – che ci avrebbe aiutato anche solo con una mail.

E poi ci sono i milioni (dico proprio i milioni) di persone democratiche e di sinistra che sono precipitati nella "voragine" dei senza rappresentanza, e che non sanno che la nostra iniziativa esiste e procede. Non lo sanno perché i nostri altoparlanti sono, per il momento, ancora pochi. Non lo sanno anche perché, per esempio, i partiti di sinistra, quelli che sono stati giustamente puniti dal voto, non avendo capito nulla del disastro in cui sono e in cui ci hanno fatto precipitare, non avendo capito nulla delle armi dell’avversario, cioè del sistema informativo-comunicativo, non solo non hanno fatto nulla per aiutare, ma quando possibile hanno boicottato l’iniziativa di Pandora con il loro silenzio.

Non lo sanno perchè nelle molte nicchie dei movimenti, tematici e non, ci sono ancora molti amici che pensano di poter fare da soli e di non doversi mischiare con nessuno.

Analogo discorso vale per i sindacati, i quali hanno capito ancor meno, se possibile, dei partiti, e quindi ignorano il problema della televisione, quella che ha cancellato il lavoro dai suoi programmi e che ha cancellato anche i sindacati. Che infatti, sul terreno informativo-comunicativo, non esistono. Ma pare che non se ne siano ancora accorti. Eppure avrebbero tanto denaro quanto basta per fare non uno ma dieci canali tv. Solo che li farebbero come quelli ufficiali, ingessati e bugiardi. Quindi, tutto compreso, è meglio che non s’impiccino. Faremo da soli, dunque. E poi, con il nostro Pandora, andremo anche da loro e anche a loro faremo la "seconda domanda". Questa: perché avete lasciato, anche voi, che Berlusconi prendesse nelle sue mani i cervelli degli italiani, anche dei lavoratori che voi avreste dovuto difendere, e che invece, almeno sotto questo profilo (e non è l’unico) non avete difeso?

Ciò detto abbiamo proceduto. E procederemo. I lavoratori italiani li raggiungeremo con le nostre forze, piccole o grandi che siano. Intanto si è costituita l’Associazione Canale Zero, quella che, con tutti i crismi, raccoglierà il denaro che servirà per produrre Pandora. Un format che andrà in onda, per ora una volta alla settimana, su una rete di televisioni regionali che stiamo intessendo a partire da quelli del network di Europa 7. E tutti i giorni sul web, in un sito a banda larga dedicato, che si chiamerà appunto www.pandoratv.it , e su un canale satellitare anch’esso fornitoci da Europa 7. Aggiungeremo un network di radio amiche che ospiterà tutto ciò che vorrà da quello che sarà prodotto da Pandora.

Tutto, questo, con i denari che raccoglieremo (più denari più programmi), per la prossima stagione che va da ottobre a giugno. Poi si vedrà. Noi siamo convinti che sia possibile. Abbiamo prodotto un "promo" di una trentina di minuti, che serve a mostrare chi siamo (con i volti e le voci di molti tra coloro che realizzeranno il programma informativo).
Altri materiali pubblicitari, promo più brevi, spot televisivi, radiofonici, sono stati progettati e realizzati da diversi gruppi territoriali.

Una ventina di gruppi territoriali sono già costituiti, con i loro responsabili (i cui nomi, insieme a tutte le informazioni essenziali, potrete trovare su www.megachip.info e, tra breve anche su www.pandoratv.it ). Stiamo procedendo a costituire, dovunque possibile, gruppi territoriali organizzati che saranno nello stesso tempo, i referenti organizzativi di Canale Zero, per la raccolta di denaro, e i referenti redazionali che sosterranno la produzione informativa di Pandora.

Si sta procedendo con qualche fatica perché, fino a questo momento, praticamente tutto il lavoro di organizzazione e progettazione è stato fatto su base quasi del tutto volontaria (le spese essenziali preliminari sono state sostenute dall’Associazione Megachip, ma in prosieguo sarà l’Associazione Canale Zero, con i soldi raccolti, a sostenere la spesa dello start-up).

Eppure, nonostante questi problemi, sopra elencati, siamo andati avanti. Pandora avrà un "cartellone" di nomi prestigiosi, tale da sfidare quello dei colossi Mediaset e Rai, che saranno il nostro bersaglio inevitabile.

Una delle funzioni principali del format sarà di mostrare come e dove hanno mentito e/o taciuto. Questo non significa che noi pensiamo di occuparci solo di loro. Dato che di informazione ne danno poca o niente, e quella poca è spesso inquinata, e dato che noi faremo informazione, vorrà dire che li incroceremo, per il resto, raramente.

Voglio ringraziare, per il lavoro fin qui svolto, Udo Gumpel, cui abbiamo affidato il compito di progettare il format. Anna Maria Bianchi, che ha impostato il lavoro di regia insieme a Manolo Luppichini. Francesco di Stefano, che ci ha messo a disposizione i mezzi di Europa 7. Antonio Conte, presidente di Megachip. Claudio Fracassi, che guiderà il lavoro di formazione dei giovani giornalisti. Paolo Ciofi, che ha dato un importante contributo alle relazioni esterne in questa fase di avvio. Lidia Ravera, vice-presidente di Canale Zero. Francesco De Carlo, segretario di Canale Zero, Luca Trovellesi, Felice Leone, Baroncini. E tutti quelli che, con la loro partecipazione al promo, hanno firmato la nostra apparizione: Vauro, Riondino, Tana De Zulueta, Marco Travaglio, Furio Colombo, Elio Veltri, insieme a tutti gli altri firmatari dell’Appello per una informazione indipendente.

E’ insieme a loro e a migliaia di voi, che ci leggete, che faremo quello che da quindici anni avremmo dovuto fare: dare battaglia sul terreno cruciale dove si vincono tutte le altre battaglie: quello della televisione e dell’informazione-comunicazione.

Senza la potenza di fuoco mediatica coloro che vogliono imporre la legge della giungla non avrebbero potuto trascinarci in guerra e non avrebbero potuto realizzare la mutazione antropologica che è riuscita a far votare per Berlusconi e per la Lega milioni di italiani che non hanno in realtà nulla da spartire né con l’uno, né con l’altro. Se la verità è stata trasformata in menzogna, se la disonestà è stata legittimata, se la legge non è più uguale per tutti e la Costituzione è stata calpestata è perchè abbiamo lasciato a loro (e ai loro finti avversari, in realtà amici) il compito di narrare il mondo in cui viviamo, sostituendo alla nostra realtà il "loro" virtuale.

Così le nostre idee e i nostri valori sono stati cancellati insieme all’egemonia intellettuale e morale della sinistra e dell’Italia nata dalla Resistenza. Se vogliamo riconquistare gli uni e l’altra dobbiamo tornare ad essere capaci di raccontare il mondo così com’è, mostrando, quando sarà possibile, anche come potrebbe essere. Sia se vinciamo noi, sia se vincono loro.

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