Nasrallah: ‘Se ci bombarderà, niente in Israele sarà al sicuro dai nostri razzi’.

Il segretario generale di Hezbollah, Hasan Nasrallah, ha dichiarato ieri, martedì 16 febbraio, che la resistenza armata, e non la diplomazia, è il mezzo più efficace per salvaguardare la nazione araba da potenziali attacchi israeliani.

“Dalla guerra del 2006 in Libano, sferrata da Israele – afferma Nasrallah –, gli israeliani hanno riconosciuto il fallimento e hanno ammesso che la resistenza è diventata ancora più forte”.

“Quando Israele vuole andare in guerra, lo può fare solo ad una condizione. Essi devono essere in grado di conseguire una vittoria netta… per loro la vittoria non può restare nel campo delle possibilità”, ha affermato Nasrallah in un discorso tenuto nella parte meridionale di Beirut nell’ambito di una cerimonia commemorativa dei martiri del movimento.  

“Il Libano, Palestina e Siria siamo così forti che Israele non può dichiararci guerra anche se lo desidererebbe. Non è sufficiente per Israele avere delle possibilità di vittoria, seppur ampie, poiché questa entità non può tollerare un’altra sconfitta”, ha riportato l’emittente al-Manar dal discorso del leader di Hezbollah, intitolato: “Sayyed Nasrallah: se ci bombarderà, niente in Israele sarà al sicuro dai nostri razzi”.

“Se Israele lanciasse un nuovo attacco al Libano, Hezbollah risponderebbe colpendo in profondità nel territorio israeliano”.

Egli inoltre ha sollevato seri dubbi sugli aiuti americani per i Paesi arabi…
“Gli Stati Uniti possono proteggere il Libano? Davvero? Obama non è neppure riuscito a fermare gli insediamenti!”, ha osservato Nasrallah, riferendosi alle ‘colonie’ sioniste costruite in Cisgiordania su terra rubata ai palestinesi.

Il discorso di Nasrallah è stato fatto in occasione di una cerimonia commemorativa dei martiri di Hezbollah, compreso ‘Imad Mughniyeh, il capo militare assassinato con un’autobomba in Siria all’inizio del 2008. Sebbene Hezbollah indichi in Israele l’artefice dell’attentato, esso non è mai stato identificato.

Secondo al-Manar, alla cerimonia erano presenti anche dirigenti di gruppi libanesi rivali di Hezbollah, compreso un inviato del presidente Michel Suleiman e ufficiali dell’esercito

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