Nazioni Unite inclassificabili: che il Nam prenda il potere

PressTv. Di Rodney ShakespeareFa piacere sentire il presidente iraniano Ahmadinejad indicare la debolezza delle Nazioni Unite. Tra rappresentanti Onu pontificanti, impostori e criminali ipocriti, egli si distingue per ragionevolezza, franchezza e onestà. 

Per decenni la gente ha contato sulle Nazioni Unite per il ripristino della pace e della giustizia, e in tutti questi decenni siamo stati crudelmente delusi.

Ciò che si considerava il meccanismo attraverso il quale mediare le controversie, evitare le guerre ed eliminare la povertà, dimostra troppo spesso, oggi, di agire per ottenere i risultati opposti. Le controversie vengono aggravate, le guerre dichiarate e la povertà sostenuta (circa il 55% della popolazione mondiale vive con meno di 3 dollari al giorno). In dettaglio, 25mila persone muoiono, quotidianamente, per gli effetti dell’acqua non potabile.

Il nucleo della mancata soddisfazione delle speranze del mondo risiede nel Consiglio di sicurezza dell’Onu. La struttura è irrimediabilmente superata, e invece di mantenere la sicurezza, alimenta l’insicurezza, i soprusi e le guerre.

Il Consiglio di sicurezza è diventato l’agenzia di poteri arroganti le cui capacità militari sorpassano di gran lunga le loro opinioni politiche, a loro volta oscurate da un’autorità morale inesistente. Gli Stati Uniti non hanno mai permesso al Consiglio, o a qualsiasi altro organismo internazionale, di funzionare nell’interesse della pace, né mai lo permetteranno. Il complesso militar-industriale Usa vuole la guerra, non la pace. La verità è che l’Onu non rappresenta lo strumento attraverso il quale scoraggiare le guerre: al contrario, le favorisce. Stati Uniti e sodali – Gran Bretagna e Francia –  sono dei guerrafondai, e quando non dichiarano guerre si occupano di rovesciare governi.

Il primato statunitense nell’istituzione di brutali regimi dittatoriali fascisti di destra in Sud America è solo un disgraziato esempio.

Al Consiglio di sicurezza gli Stati Uniti hanno respinto ogni voto contro Israele sionista, e il Consiglio è di fatto diventato uno strumento attraverso il quale gli Usa esercitano pressioni sui propri nemici e favoriscono amici e compiacenti. Persino le agenzie umanitarie vengono sfruttate a tali scopi.

E cosa ne è dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite? Può fare qualcosa? No, non ha alcun potere, produce solo discorsi inconcludenti.

Il risultato è che l’Onu serve gli interessi dei neocon sionisti, finanzia il capitalismo che ignora bellamente la sovranità degli altri Paesi e intende dominare il mondo in senso militare, politico, finanziario ed economico. Così l’Assemblea generale non ha alcun potere di fermare gli attacchi dei droni assassini in paesi quali Pakistan, Yemen e Somalia, nei confronti dei quali non è stata dichiarata alcune guerra. E se venti o trenta persone vengono fatte a pezzi, o se perdono qualche arto, il governo americano minimizza, e, se qualcuno protesta, fa un sorrisetto e parla di “danni collaterali”.

Gli Usa, ignorando il referendum e le elezioni tenutesi in Siria, e rapportandosi con i salafiti e i wahhabiti dell’Arabia Saudita (che sono le persone più violente della terra e le cui uniche filosofie sono quelle dello sgozzamento e dei totalitarismi brutali), stanno cercando di schiacciare qualsiasi Stato mediorientale che possa plausibilmente opporsi a Israele, mentre l’entità sionista è determinata a stabilirsi dall’est del Mediterraneo fino al Tigri e all’Eufrate.

Inoltre, gli Usa stanno diventando anche a casa propria aggressivi come lo sono all’estero, e l’Agenzia per la sicurezza interna ha recentemente acquistato più di 750 milioni di proiettili dum-dum (a espansione) mentre il governo si prepara a sparare alla propria gente.

E cosa ne è di Russia e Cina? Possono fare qualcosa per cambiare le Nazioni Unite (considerando anche che gli Usa stanno cercando di circondarli di loro basi militari)?

No, la Russia e la Cina non si svegliano, non intendono cambiare lo status quo e si accontentano di porre i loro veto al Consiglio di sicurezza.

Il risultato è che la Palestina rimane occupata (con quotidiane perdite di terreni a spese dei palestinesi); l’Iran è sotto sanzioni (nonostante tutte le 16 agenzie di intelligence americane dichiarino che l’Iran non sta sviluppando la bomba atomica); e il Congresso degli Stati Uniti, sicuro del proprio potere, sta minacciando le Nazioni Unite affinché inaspriscano ancor di più le sanzioni.

Diciamolo chiaramente: l’Onu non è in grado di riformarsi. Aggiungere altri membri permanenti al Consiglio di sicurezza non cambierà nulla dal momento che i membri con capacità di veto non abbandoneranno il loro potere.

Una riforma reale delle Nazioni Unite è impossibile e non è in agenda, mentre il presidente Ahmadinejad merita congratulazioni per il coraggio e l’onestà dimostrati durante il discorso all’Onu. Non è abbastanza proporre che a tutti i governi sia permesso di partecipare equamente alle Nazioni Unite, perché il permesso non verrà accordato. Non è abbastanza proporre che tutti gli occupanti, come Israele in Palestina, siano ritenuti responsabili, perché non lo saranno. E non sarà abbastanza proporre di vietare l’uso della forza per risolvere le crisi internazionali. Inoltre, l’America è una potenza in declino a lungo termine e qualsiasi soluzione iniziata dagli Stati Uniti, o nella quale gli Stati Uniti giocano un ruolo, è sicuramente parte di un vecchio modello in disfacimento, che, in quanto tale, va rifiutato.

E allora, c’è una risposta?

Sì, la risposta è il Nam (il Movimento dei non allineati), presieduto dall’Iran per i prossimi tre anni, e, secondo chi scrive, il presidente Ahmadinejad è ben consapevole di avere tra le mani una carta importante, che intende giocare al momento più opportuno.

Poiché le Nazione Unite non possono essere riformate, l’alternativa è quella di creare una nuova organizzazione che esprima i bisogni del mondo e trovi delle soluzioni. Il Nam esiste per questo; l’Iran crea un segretariato, e il meccanismo fondamentale riguarderà la formazione di raggruppamenti su base regionale all’interno del Nam. Tali raggruppamenti si consulteranno per prendere decisioni su questioni internazionali, come sanzionare Israele sionista, e prenderanno decisioni di comune accordo (come ad esempio sanzionare i sostenitori di Israele sionista) con altri raggruppamenti regionali.

Oltre a ciò, una delle grandi necessità del momento riguarda un nuovo pensiero economico libero dall’influenza europea e americana, e un nuovo sistema bancario.

In breve, poiché l’Onu non può essere riformato ed è l’agente della repressione mondiale, l’unica alternativa è la creazione di qualcosa di nuovo al di fuori delle Nazioni Unite.

Che il Nam sia la base di qualcosa di nuovo. Che proceda con coraggio, senza preoccuparsi se al suo presidente vengono negati i visti di ingresso per New York o se i suoi membri sono sanzionati. Dovrebbe invece essere il nuovo Nam a sanzionare chi sanziona, e a costruire il proprio sistema di cooperazione, trattati e relazioni. Dovrebbe proporre grandi idee politiche e nuove grandi idee economiche, tra cui l’uso di denaro senza interessi (creato dalle banche nazionali e rimborsabile) per una diffusione dell’economia reale tra ogni singolo individuo nelle società.

Questo è il percorso verso un mondo nuovo, e un rifiuto del vecchio. Un mondo nuovo in cui l’Iran, agendo attraverso il Nam, può essere il paese-guida.

Traduzione per InfoPal a cura di Stefano Di Felice