“Né Oriente né Occidente: che il mondo appartenga ai popoli”

Tehran – IribDi Behrouz Ghezel Bash e Davood Abbasi.

Storicamente deve essere stata la necessità di difendere l’identità nazionale dei Paesi ad aver portato all’interno del Movimento dei non allineati (Nam) il pensiero “Né Oriente, né Occidente”, quella frase scritta su dei mosaici turchini finemente abbelliti, e che da 33 anni sovrasta l’ingresso del ministero degli Esteri iraniano. Il pensiero, comunque, come alcuni vorrebbero far credere, non appartiene solo all’Iran del dopo Khomeini.

La formazione del Movimento dei Non Allineati fu storicamente la prima fase dell’insurrezione internazionale contro le guerre di potere di Stati Uniti ed Urss; con il passare degli anni, la seconda fase venne caratterizzata dalla crescita degli aderenti al movimento e dall’ingresso in esso di nuovi attori e protagonisti, tra cui lo stesso Iran.

Oggi, dopo oltre 50 anni, l’Urss non esiste più ed anche il fronte degli occidentali è alle prese con una crisi senza fine; però, la voglia di essere indipendenti, quella delle nazioni che costituiscono la vera comunità internazionale, persiste ed il Movimento dei non allineati oggi, almeno sotto il profilo giuridico, ha la possibilità di farsi sentire di più.

Visto che la prospettiva dell’abolizione del diritto di veto è poco probabile, i membri del Nam potrebbero lavorare insieme ad un progetto, al quale non è proibito pensare: il diritto di veto per un blocco di 120 nazioni. Un qualcosa che potrebbe cambiare davvero la storia del nostro tempo.

E ammettendo che il Nam non ottenga mai il diritto di veto, è molto più facile che lo ottenga di fatto. La partecipazione di 120 paesi al summit di Teheran e l’impegno considerevole dell’Iran per poter organizzare un vertice degno di questo nome, mostra che i Non Allineati, volendo, potrebbero accrescere l’importanza delle loro riunioni tanto quanto quelle del Palazzo di Vetro.

Certo che il pensiero politico “Né Oriente né Occidente” comporta un lavoro serio ed intenso da parte dei paesi Non Allineati; forse la sfida principale è quella economica, dato che la differenza delle condizioni economiche tra i Paesi membri è considerevole e c’è bisogno che essi si rafforzino attraverso relazioni bilaterali o multilaterali. Bisogna avere dei programmi ben definiti, sia sul piano politico che economico, bisogna decifrare in dettaglio cosa significa essere Non Allineati in questo mondo. In un mondo in cui l’Occidente approva sanzioni di qua e là senza la premura di ottenere l’approvazione dell’Onu; in un mondo in cui gli Stati Uniti lanciano guerre umanitarie/di conquista, senza chiedere nulla a nessuno.

In conclusione, bisogna dire che le necessità che portarono alla formazione del movimento dei Non Allineati sono attualissime anche nel mondo di oggi, e questi Paesi hanno, oggi più che mai, la possibilità di aver veramente una voce in capitolo sulla scena mondiale.

Al momento bisognerà attendere per vedere quali saranno i risultati del 16esimo summit e quali saranno quelli che la direzione iraniana del gruppo, nei prossimi tre anni, potrà regalare; inutile nascondere, però, che gli esperti del Sud del mondo sono molto ottimisti e la fiducia nell’Iran è molto consistente.