"Ultimi permessi" o "last visa" a 128 tra mogli e figli di palestinesi con ID che hanno fatto domanda per un’estensione dei visti. La denuncia proviene dal "Palestinian Campaign for the Right to Entry/ Re-Entry to the Occupied Palestinian Territory".
Nel comunicato si legge: "Questo rifiuto si aggiunge a quello per altre 100 richieste di visti rigettati la scorsa settimana dal ministro degli Interni israeliano. La maggior parte dei cittadini stranieri, possessori di questi passaporti dovrà partire nelle prossime due settimane.
Chi non se ne andrà, verrà considerato illegale, clandestino, e soggetto a deportazione immediata dai Territori palestinesi occupati".
Quella di rifiutare il rinnovo dei visti ai familiari dei cittadini palestinesi -mariti, mogli, figli – è parte di una diffusa politica israeliane che cerca di bloccare l’ingresso o la permanenza di cittadini di nazioni straniere nei Territori palesinesi.
Il comunicato aggiunge che "l’impatto della pratica israeliana prevede la separazione forzata delle mogli, dei genitori, dei figli, degli studenti, degli insegnanti, dei medici, delle Ong, dei volontari di organizzazioni umanitarie, degli imprenditori dalle comunità, aziende, famiglie, ecc. di riferimento".
Sono centinaia le domande per il rinnovo dei visti in attesa negli uffici israeliani. Israele ha rifiutato fino ad ora ben 120.000 riunificazioni familiari.
"Questa è una pulizia etnica silenziosa – ha dichiarato Basil Ayish, portavoce della Campaign for the Right of Entry/Re-Entry".
(Fonte: Maan News)