Nel 2012 Israele ha aggredito i giornalisti palestinesi in 177 occasioni

Ramallah-InfoPal. Dati ufficiali palestinesi confermano che le violazioni israeliane della libertà di stampa nei territori palestinesi occupati, sono continuate nel corso del 2012. 

Un rapporto pubblicato dall’agenzia stampa ufficiale dell’Autorità palestinese (Anp), lunedì 7 gennaio, riferisce di 177 aggressioni, tra cui tre omicidi mirati, commessi dalle autorità israeliane contro i giornalisti palestinesi durante lo scorso anno.

La relazione, che viene rilasciata annualmente, ha confermato che “le forze di occupazione israeliane continuano a perseguitare e aggredire i giornalisti, con aerei da guerra, proiettili e gas lacrimogeni, o con gli arresti, le percosse e i processi davanti ai tribunali. Il tutto nel quadro di una politica sistematica atta a sequestrare la verità, imbavagliare la libertà di opinione e di espressione per coprire i crimini quotidiani che Israele commette contro i civili palestinesi, e evitare che vengano rivelati all’opinione pubblica mondiale”. 

La relazione ha osservato che “nonostante i giornalisti godano di una speciale immunità, sancita dal diritto internazionale umanitario, quelli palestinesi continuano ad essere oggetto del fuoco, degli abusi, della repressione, dellla tortura e dei trattamenti degradanti delle forze israeliane”. 

Il rapporto ha anche evidenziato i “tre omicidi che Israele ha commesso, a sangue freddo, lo scorso mese di novembre, quando un missile israeliano ha ucciso Mohammed Abu Eisha, 24 anni, manager del canale televisivo al-Quds Educational Television, mentre si trovava a bordo della sua auto a Deir al-Balah. La stessa sorte è toccata ai due cameraman dell’emittente al-Aqsa Satellite Channel di Gaza, quando un caccia israeliano ha lanciato un missile contro l’auto sulla quale viaggiavano nella via ‘Izz al-Din al-Qassam, nel quartiere di Nassr, a Gaza”. 

Inoltre, spiega il rapporto, “Israele non si è limitato ad assassinare, arrestare e trattenere per lunghissime ore i giornalisti ai posti di blocco militari, esso ha anche colpito, e barbaramente distrutto, le sedi di alcune istituzioni mediali palestinesi, specialmente durante la sua ultima aggressione contro la Striscia di Gaza”.