Un rapporto pubblicato dall’agenzia stampa ufficiale dell’Autorità palestinese (Anp), lunedì 7 gennaio, riferisce di 177 aggressioni, tra cui tre omicidi mirati, commessi dalle autorità israeliane contro i giornalisti palestinesi durante lo scorso anno.
La relazione, che viene rilasciata annualmente, ha confermato che “le forze di occupazione israeliane continuano a perseguitare e aggredire i giornalisti, con aerei da guerra, proiettili e gas lacrimogeni, o con gli arresti, le percosse e i processi davanti ai tribunali. Il tutto nel quadro di una politica sistematica atta a sequestrare la verità, imbavagliare la libertà di opinione e di espressione per coprire i crimini quotidiani che Israele commette contro i civili palestinesi, e evitare che vengano rivelati all’opinione pubblica mondiale”.
La relazione ha osservato che “nonostante i giornalisti godano di una speciale immunità, sancita dal diritto internazionale umanitario, quelli palestinesi continuano ad essere oggetto del fuoco, degli abusi, della repressione, dellla tortura e dei trattamenti degradanti delle forze israeliane”.
Il rapporto ha anche evidenziato i “tre omicidi che Israele ha commesso, a sangue freddo, lo scorso mese di novembre, quando un missile israeliano ha ucciso Mohammed Abu Eisha, 24 anni, manager del canale televisivo al-Quds Educational Television, mentre si trovava a bordo della sua auto a Deir al-Balah. La stessa sorte è toccata ai due cameraman dell’emittente al-Aqsa Satellite Channel di Gaza, quando un caccia israeliano ha lanciato un missile contro l’auto sulla quale viaggiavano nella via ‘Izz al-Din al-Qassam, nel quartiere di Nassr, a Gaza”.
Inoltre, spiega il rapporto, “Israele non si è limitato ad assassinare, arrestare e trattenere per lunghissime ore i giornalisti ai posti di blocco militari, esso ha anche colpito, e barbaramente distrutto, le sedi di alcune istituzioni mediali palestinesi, specialmente durante la sua ultima aggressione contro la Striscia di Gaza”.