Nel 2012 sono proseguite le aggressioni contro i luoghi sacri in Palestina

Ramallah-InfoPal. Dati pubblicati da un’organizzazione palestinese per i diritti umani rivelano che nel 2012, sono proseguite le aggressioni compiute dal governo e dai coloni israeliani ai danni dei luoghi sacri nei territori palestinesi. 

In un rapporto rilasciato domenica 6 gennaio, l’organizzazione palestinese “at-Tadamun al-Dawli” (Solidarietà Internazionale) ha reso noto che “le aggressioni israeliane non si sono limitate ai luoghi sacri islamici, ma hanno colpito anche simboli e santuari cristiani; inoltre il governo israeliano ha cercato di trovare un quadro legislativo per giustificare queste aggressioni, mentre l’esercito, dal canto suo, ha protetto i coloni mentre compivano i loro attacchi”. 

Secondo i dati dell’organizzazione, “nel 2012 sono state registrate oltre 27 aggressioni, tra attacchi alle moschee, scritte e slogan osceni contro i simboli religiosi islamici e cristiani oltre alla distruzione di alcuni cimiteri islamici”.

Inoltre, aggiunge l’organizzazione,”le incursioni nella moschea di al-Aqsa sono proseguite, così come i lavori di scavo nella città di Gerusalemme, attività che fanno parte di piani sistematici atti ad alterare i connotati della Città Santa, oltre ai tentativi israeliani di impiegare delle pericolose sostanze chimiche per corrodere le basi di al-Aqsa”. 

Il rapporto ha anche evidenziato “la decisione presa nel luglio scorso dal consulente legale del governo israeliano, in cui la moschea di al-Aqsa, con la sua spianata, venivano considerati luoghi pubblici di proprietà del Comune di Gerusalemme. Mentre nella moschea di Ibrahim, a Hebron, l’occupazione ha vietato, in più di cento occasioni, l’Adhan (il richiamo alla preghiera), e l’ha chiusa ai fedeli musulmani durante le festività ebraiche”. 

L’organizzazione ha anche registrato “la distruzione, parziale o totale, di 34 moschee nella Striscia di Gaza, durante la recente aggressione israeliana, tra il 14 e il 21 novembre scorso, e sempre nello stesso periodo, diversi cimiteri islamici di Gaza sono stati bombardati”. 

At-Tadamun al-Dawli ha dichiarato che “tali aggressioni contro i luoghi sacri islamici e cristiani si ripercuotono sui seguaci di queste due religioni, dato il valore simbolico e religioso dei luoghi colpiti. Inoltre, questi attacchi violano le norme del diritto internazionale umanitario e rappresentano un tentativo di alterare la natura dei monumenti religiosi e culturali di uno Stato sotto occupazione, il che contrasta con le leggi internazionali”.