Nel 2017 la colonizzazione israeliana è stata la più intensa degli ultimi 10 anni

Gerusalemme – PIC. Eli Dahan, viceministro della Sicurezza israeliana, ha dichiarato di non essere per nulla preoccupato per i molteplici rinvii della riunione dell’alto Consiglio di pianificazione che doveva approvare la costruzione di migliaia di insediamenti coloniali nei Territori palestinesi occupati.

Il viceministro tiene a precisare che nel 2017 sono state approvate più costruzioni coloniali che negli ultimi dieci anni.

Secondo il Canale 10 israeliano: “La riunione è stata rimandata più volte e l’ultima essenzialmente a causa di problemi tecnici, ma siamo del tutto preparati”.

Dahan ha dichiarato al Canale TV che il Consiglio si riunirà dopo la “Festa del Trono” che terminerà la prossima settimana, al fine di ratificare la costruzione di diversi insediamenti coloniali di cui 300 nella colonia di Beit El di Ramallah.

Per quanto concerne gli eventuali timori di Israele circa la possibilità che questi rinvii possano essere legati al contesto politico, il viceministro afferma che tutti gli indicatori mostrano che la riunione si terrà e che sarà concluso l’accordo per la realizzazione di migliaia di insediamenti. In questo senso c’è anche la promessa da parte del primo ministro e del ministro della Sicurezza.  “Non vedo alcuna ragione per cui la seduta sia rinviata ancora una volta”, ha dichiarato fiducioso.

Quanto alla posizione attuale del governo israeliano, essa è legata ai precedenti governi. Dahan ha dichiarato: “Sono convinto che questo governo sappia bene cosa fare, se ha approvato più insediamenti rispetto agli anni precedenti, ed è vero che noi ne attendiamo ancora di più, ma bisogna riconoscere che nel 2017 la costruzione degli insediamenti è stata più intensa che negli ultimi dieci anni. E’ un governo che applica correttamente la politica degli insediamenti in Cisgiordania”.

L’occupazione israeliana accelera così la costruzione di nuovi insediamenti coloniali in Cisgiordania e a Gerusalemme al fine di imporre il fatto compiuto prima che ogni compromesso politico futuro sia raggiunto.

Traduzione di Daniela Minieri