Nel giorno dell’Eid, il fasikh è il piatto tipico dei Palestinesi

Gaza – PIC. I Palestinesi mangiano il fasikh (un pesce sotto sale) al mattino del giorno di festa della fine del mese sacro di Ramadan (l’Eid el-Fitr). Si tratta di una tradizione popolare tramandata di generazione in generazione. Senza questo piatto, l’Eid non sarebbe una vera festa: è il piatto tipico.

Esistono due tipi di fasikh. Il più costoso, a circa 35 dollari, è il pesce affumicato. Il più economico, a circa 7 dollari, è ammassato in barili di legno in una grande quantità di acqua, sale e limone.

Molti credono che mangiare il fasikh dopo un digiuno di trenta giorni, protegga l’apparato digerente e prevenisca disturbi intestinali come diarrea e stipsi.  Inoltre, il fasikh è il piatto tipico della festa, della gioia, dell’Eid in generale.

Al centro del suq di al-Qazzazin, nel cuore della città occupata di Hebron (al-Khalil), hajj Mohammed Ali an-Nitsha, 67 anni, è da anni proprietario di un negozio di spezie e sottaceti. Un corrispondente di PIC l’ha visto circondato da clienti che volevano tutti procurarsi questo tipo di pesce.

“Questo pesce si vende soltanto negli ultimi giorni del mese sacro di Ramadan, per ben accogliere l’Eid, per mangiarlo in modo da rinforzare lo stomaco”, dice.

“Molti non lo mangiano per tutto l’anno. Per questo motivo, lo conserviamo per il giorno dell’Eid”, aggiunge.

Preparazione del fasikh.

Hajja Khadra Swelem, 77 anni, vive nel quartiere di al-Sheikh nella città di Hebron. Racconta che suo marito, Abu Ali, compra questo pesce un po’ prima della fine del mese sacro di Ramadan e che spetta a lei prepararlo e friggerlo. Lo tiene in ammollo in acqua per quattro giorni, compresa l’Eid.

Dopo aver tagliato le pinne, lo pulisce e lo mette in ammollo in acqua.  Bisogna cambiare l’acqua più volte. Dopodiché, prima di friggerlo in olio d’oliva, lo mette a marinare in spezie particolari. Il fisikh sarà servito con curcuma, peperone e salsa di pomodoro.

“Da cinquant’anni, non c’è un anno senza fisikh”. È il piatto tipico dell’Eid el-Fitr da quando vivevamo a Giaffa, prima dell’esilio”, conclude la donna.

Traduzione di Daniela Minieri