“Nella magistratura israeliana discriminazione razziale tra soldati ebrei e di origine diverse”

Nazareth-Quds Press. Un rapporto israeliano indica la presenza di una discriminazione razziale, nei tribunali militari israeliani, tra militari ebrei e militari di origini diverse.

Il Canale 2 israeliano, in data 22 febbraio, ha annunciato che il tribunale ha condannato a 18 mesi di reclusione il soldato israeliano Alaior Azaria, incolpato di aver deliberatamente ferito con una pallottola alla testa il palestinese ֫Abd al-Fattah al-Sharif lo scorso 24 marzo, quando quest’ultimo era steso a terra, gravemente ferito, senza che potesse rappresentare in alcun modo un pericolo.

La trasmissione ha aggiunto che lo stesso tribunale ha condannato il soldato Taysir al-Hib, di origine beduina, a dieci anni di reclusione per l’omicidio del fotografo e pacifista britannico Tom Hurndall, ucciso per errore durante un’operazione militare dell’unità beduina dell’esercito israeliano a Rafah nell’aprile del 2003. Il Canale 2 israeliano ha precisato che il tribunale ha condannato al-Hib per l’uccisione del fotografo inglese “senza che questi avesse opposto resistenza, morendo più di un anno dopo essere stato colpito”.

Si riporta la dichiarazione di al-Hib: ”Il tribunale non mi ha dimezzato la pena né l’ha ridotta di un terzo. Nel 2010, una commissione militare aveva deciso di ridurre la mia pena a un anno e mezzo, ed ero già in prigione da circa sette anni. Sono due posizioni diverse: mentre io mi trovavo da 24 ore nel “circuito Filadelfia” e l’uccisione è avvenuta nel corso di un’operazione militare, per Azaria si tratta chiaramente di un caso di omicidio”.  Al-Hib ha affermato che, nel suo caso, si è trattato di un errore: ”Eravamo nei vicoli e nei tunnel, all’improvviso è uscita una persona con una macchina fotografica, ho sparato per errore, sono stato processato da un tribunale militare, sono considerato un criminale, condannato a dieci anni mentre Azaria se l’è cavata con un anno e mezzo”.

Al-Hib ha aggiunto di non essere stato sostenuto dagli ufficiali e dai generali, di non aver ricevuto visite di ufficiali in carcere. “Sono stato un capro espiatorio, ancora oggi sono fuori servizio, la mia vita è distrutta, non riesco a dormire di notte”.

Ha infine aggiunto: ”Sono contro uno Stato che pratica la discriminazione, solleverò la questione del motivo della sofferenza che mi è stata inflitta”, precisando che molti giovani beduini si rifiutano di entrare nell’esercito dopo quanto è accaduto a lui.

L’esercito israeliano impone il servizio militare obbligatorio ad alcuni cittadini di origine beduina, utilizzati in un’unità speciale.

Traduzione di Federica Pistono