Nelle foto: Infanzia minacciata nell’Area C.
(MaanImages / Charlie Hoyle)
Il villaggio di Imneizil, che si trova sul terreno roccioso delle colline a sud di Hebron, è la casa di 500 persone.
Vivendo all’ombra degli insediamenti israeliani che li circondano e del muro di separazione di Israele, i bambini del villaggio affrontano severe restrizioni svolgendo le normali attività come andare a scuola o accedere ad acqua pulita.
Le ONG internazionali hanno attuato diversi progetti nel villaggio aiutandoli a costruire cisterne per l’acqua, servizi igienici e pannelli solari, tutti hanno ricevuto ordini di arresto dei lavori o di demolizione dalle autorità israeliane.
Agli abitanti del villaggio non è permesso aggiungere aule supplementari o bagni alla scuola del villaggio, che funge da punto di riferimento per i bambini di Imneizil e delle aree circostanti.
Il preside della scuola, Muhammad Daghaneim, racconta che i bambini dei villaggi vicini devono attraversare il checkpoint di Beit Yattir ogni giorno per arrivare alla scuola.
Spesso subiscono ritardi perché i soldati israeliani ispezionano nei loro zaini e controllano regolarmente i documenti di identità, anche se la maggior parte dei bambini hanno un’età che va dai 6 ai 14 anni. I bambini spesso arrivano e lasciano la scuola in ritardo a causa della minaccia di violenza degli insediamenti vicini, ha aggiunto Daghaneim.
Israele mantiene la piena sicurezza e il controllo amministrativo nell’Area C, oltre il 60 per cento della Cisgiordania.
Traduzione per InfoPal a cura di Edy Meroli