Haaretz. Dopo la decisione dell’ufficio stampa di governo di Israele di lanciare una minaccia ai giornalisti internazionali intenzionati a riportare gli eventi della Freedom Flotilla, ieri il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha abrogato tale decisione – che prevedeva sanzioni fino al divieto di ingresso nel Paese per 10 anni.
Lo aveva reso noto il direttore dell’ufficio in persona, Oren Helman, sabato, sostenendo che “i giornalisti sulla Flotilla sarebbero stati considerati degli infiltrati, passibili di deportazione ed espulsi per 10 anni”.
Helman aveva tentato di dare le proprie rassicurazioni su una copertura “trasparente e credibile” perché i media israeliani e quelli internazionali sarebbero stati aggiornati direttamente dalla Marina.
L'associazione della stampa internazionale aveva respinto e condannato quelle dichiarazioni, “diretta minaccia ai giornalisti della Flotilla e segnale della censura vigente in Israele”. Oggi, l’associazione ben accoglie il cambiamento.
Sebastian Engelbrecht, giornalista della Tv tedesca, ha raccontato come l’evento della prima missione fu quello maggiormente riportato dalla stampa tedesca in quei giorni e ha rassicurato “le aspettative del pubblico per una dovuta copertura mediatica della Freedom Flotilla 2 sono alte”.
Tuttavia, il giornalista tedesco tiene a fare una precisazione e, nell’accogliere con favore la scelta del premier israeliano, Engelbrecht definisce la prima Flotilla “una provocazione anti-israeliana”.
Secondo Engelbrecht, quindi, “sarebbe un grave errore per Israele la scelta di oscurare l’eventi. Garantire la libertà di stampa è il segnale che Israele non ha timori e non ha nulla da nascondere”.
Da Helman intanto, nessun commento alla decisione di Netanyahu.