Netanyahu ha ucciso la famiglia Bibas e sta approfittando di questa tragedia per far fallire l’accordo di tregua a Gaza

Presstv.ir. Di Alireza Akbari. Nel discorso di martedì 18 febbraio, Khalil Al-Hayya, leader del movimento di resistenza Hamas a Gaza, aveva annunciato che il gruppo avrebbe rilasciato tutti i prigionieri israeliani se il regime avesse immediatamente cessato la sua aggressione.

L’alto funzionario di Hamas aveva inoltre ribadito l’impegno del movimento nel rispettare l’accordo di cessate il fuoco, criticando il regime di Tel Aviv per aver eluso i propri obblighi, in particolare per quanto riguarda le forniture umanitarie.

“Stiamo ancora lavorando giorno e notte, in tutte le direzioni, e con i mediatori, in particolare Qatar ed Egitto, per costringere l’occupazione a rispettare quanto concordato nella prima fase, in particolare per quel che riguarda i materiali di soccorso e per ripararsi, i macchinari pesanti, il carburante e i gruppi elettrogeni per l’elettricità”, ha affermato Al-Hayya.

L’importante funzionario di Hamas ha anche affrontato il problema sorto dopo la consegna delle spoglie di quattro prigionieri israeliani, programmata per giovedì 20 febbraio, avvertendo che il regime israeliano “continua a eludere l’impegno nei negoziati per la seconda fase dell’accordo di cessate il fuoco”.

Dei quattro prigionieri i cui resti sono stati consegnati al regime, tre includevano membri della famiglia Bibas, una madre e due bambini (Ariel e Kfir), uccisi durante gli attacchi aerei israeliani nel 2024.

Poche ore dopo la consegna dei loro resti, si è scatenata una valanga di odio contro Hamas.

Il gruppo di maggioranza della Commissione Affari Esteri della Camera, tramite il suo account X (ex Twitter), ha affermato senza alcuna prova che i tre erano stati giustiziati dai combattenti della resistenza di Hamas.

                 

La dichiarazione della Commissione è stata immediatamente seguita da forti critiche sui social media dove i frequentatori della rete l’hanno denunciata come una narrazione sionista volta a diffamare la resistenza palestinese.

Alcuni hanno risposto alle accuse lanciate contro la resistenza, facendo chiarezza sulla tragedia della famiglia Bibas, mentre altri hanno classificato l’episodio nell’ambito della “Dottrina Annibale” di Israele, aggiungendo che l’uccisione della famiglia Bibas veniva ora usata dal regime israeliano per sabotare ulteriori progressi nell’accordo di cessate il fuoco.

Ed è esattamente quel che è accaduto. Domenica, con motivazioni pretestuose, Tel Aviv ha dapprima annunciato che avrebbe ritardato il rilascio di oltre 600 palestinesi rapiti che avrebbero dovuto essere liberati come parte dell’accordo.

Sarebbe stato il rilascio più consistente in un solo giorno della prima fase del cessate il fuoco di Gaza.

In un post su X, Ramy Abdu, fondatore e presidente dell’Euro-Mediterranean Human Rights Monitor, ha condiviso le foto della famiglia Bibas insieme a una breve cronologia degli eventi.

Il commento della foto spiegava le loro morti avvenute durante gli attacchi aerei israeliani, annunciate nel novembre 2023, a seguito delle quali Hamas si era offerto di rilasciare i loro corpi nel dicembre 2023. Nel gennaio 2024 vi era poi stata la conferma delle loro morti da parte del padre della famiglia, in un video indirizzato al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

La didascalia di Abdu suggeriva che la famiglia Bibas potrebbe essere ancora viva se il regime israeliano avesse interrotto la sua incessante campagna di bombardamenti sulla Striscia di Gaza, che ha ucciso più di 48.000 persone in 15 mesi.

                 

Anche il giornalista e direttore del sito di news online Electronic Intifada, Ali Abunimah, ha utilizzato il suo account X per respingere l’affermazione della commissione del Congresso USA, affermando che non ci sono prove a sostegno dell’accusa secondo cui Hamas avrebbe giustiziato la madre e i suoi due figli.

Abunimah ha anche fatto riferimento all’inizio dell’operazione Al-Aqsa Flood nell’ottobre 2023, sottolineando ancora una volta che “non ci sono stati bambini bruciati o decapitati” per mano dei combattenti di Hamas in quell’occasione.

Ha evidenziato come la propaganda israeliana, alimentata da “fanatici sionisti”, abbia tentato di promuovere la narrazione secondo cui Hamas fosse stato il responsabile della morte dei bambini della famiglia Bibas, nonostante non vi fosse “nessuna prova” a sostegno.

Abunimah ha criticato il bombardamento indiscriminato di Gaza e il “disprezzo per ogni vita umana” del regime di occupazione, osservando che molti coloni israeliani, uccisi dagli attacchi aerei, avrebbero potuto essere ancora vivi se il regime avesse accettato subito l’accordo di cessate il fuoco.

“Molti israeliani uccisi dagli attacchi aerei avrebbero potuto tornare a casa sani e salvi se Israele non avesse rifiutato un accordo per tutto questo tempo”, ha affermato.

Ha anche condannato l’uccisione di coloni israeliani da parte di Israele nell’ambito della “Dottrina Annibale”, riferendosi alle confessioni dell’ex ministro israeliano per gli affari militari Yoav Gallant che, nel febbraio 2025, ha confermato gli ordini dati alle forze israeliane di “sparare e uccidere” i prigionieri israeliani durante l’incursione di Hamas del 7 ottobre 2023.

                 

Un utente di X col nome ADAM ha condiviso un video risalente all’ottobre 2023 nel quale compare la famiglia Bibas – Shiri Bibas, la madre, assieme ai suoi figli Ariel e Kfir – mentre viene protetta dai palestinesi.

“Questo video del 7 ottobre mostra i palestinesi mentre usano i propri corpi come scudi umani per proteggere la famiglia Bibas e altri dalla direttiva Annibale messa in atto dalle forze israeliane… E dopo poche settimane Israele ha ucciso la famiglia Bibas”, ha scritto l’utente.

Nel video, mentre la madre abbraccia i figli, un uomo palestinese li rassicura, dicendo: “Non preoccupatevi, siamo persone con umanità”. Si sente anche un altro uomo mentre esorta a gran voce: “Copriteli, calmatevi, proteggeteli. Copritela, ragazzi, ha dei figli. Proteggetela, copriteli”.

                 

Un’ulteriore prova che confuta l’affermazione secondo cui Hamas avrebbe ucciso la famiglia Bibas, è quanto condiviso su X dall’account chiamato MenchOsint: si tratta di un messaggio video di Yarden Bibas la cui moglie e due figli sono stati uccisi nei bombardamenti israeliani, indirizzato al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

“Netanyahu, hai bombardato e ucciso mia moglie e i miei due figli che erano le cose più importanti della mia vita”, afferma Bibas nel video, ritenendo i bombardamenti israeliani (e Netanyahu) responsabili della morte dei suoi familiari.

Nel messaggio, implora Netanyahu di adoperarsi per richiedere la restituzione dei corpi della sua famiglia, richiesta che non è stata soddisfatta fino al 20 febbraio 2025.

Anche un utente X di nome Khalissee ha condiviso lo stesso video, aggiungendo la didascalia “Ricorda: Israele ha ucciso la famiglia Bibas”.

                 

Dopo le critiche giunte a causa delle false affermazioni su Hamas, l’analista politico e scrittore palestinese Muhammad Shehada, sul suo account X, ha lanciato un avvertimento a proposito del regime israeliano sostenendo che sta sfruttando la tragedia della famiglia Bibas come scusa per far fallire il cessate il fuoco.

“Ve l’avevo detto che sarebbe successo! Ve l’avevo detto un mese fa! Vi avevo avvertito che il governo israeliano e i suoi alleati avrebbero usato la tragedia di Bibas per far saltare il cessate il fuoco alla fine della fase 1”, ha scritto Shehada su X.

                 

Un utente di X con lo pseudonimo Farouq ha sottolineato i tentativi dei sionisti di “mentire sulla famiglia Bibas”, ribadendo alcuni episodi chiave: l’attacco israeliano che ha ucciso la famiglia nel novembre 2023, l’offerta di Hamas di consegnare i loro corpi e la conferma di Yarden Bibas che la sua famiglia era stata uccisa da attacchi aerei israeliani.

                 

Anche la giornalista e autrice Hala Jaber ha espresso preoccupazione per quanto accaduto alla famiglia Bibas e per la falsa narrazione israeliana che fa da contorno all’incidente, amplificata dagli account sionisti che ripubblicano questa versione su X.

“La gestione da parte di Israele della tragedia della famiglia Bibas continua a sollevare gravi preoccupazioni di ordine etico. Ignorare le informazioni importanti per giustificare la ripresa dell’assalto a Gaza non cambia la realtà di ciò che è accaduto”, ha scritto su X, condividendo il video nel quale Yarden Bibas supplica Netanyahu di chiedere la restituzione dei corpi di sua moglie e dei suoi figli.

                 

In seguito alle discussioni apparse sui social media riguardanti la famiglia Bibas e il piano secondo cui l’occupazione avrebbe cercato di approfittare del tragico incidente per eludere i negoziati, Abu Obeida, portavoce delle Brigate Al-Qassam, ha annunciato che, nell’ambito dell’accordo di scambio dei prigionieri per l’alluvione di Al-Aqsa, i corpi della famiglia Bibas e del prigioniero israeliano Oded Lifshitz sarebbero stati consegnati il 20 febbraio.

Abu Obeida ha sottolineato che i bombardamenti avevano ucciso i prigionieri israeliani, affermando che “Erano tutti vivi prima che gli aerei di occupazione sionisti bombardassero deliberatamente i luoghi in cui erano custoditi”.

Il 20 febbraio, Hamas ha consegnato i corpi di quattro prigionieri israeliani al Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) a Khan Yunis, nella Striscia di Gaza meridionale.

Dopo la consegna, durante la cerimonia, le Brigate Al-Qassam hanno rilasciato una dichiarazione, confermando il loro rispetto per la sacralità dei morti e per i sentimenti delle famiglie, nonostante il fallimento dell’esercito israeliano nel proteggere le vite dei prigionieri quando erano ancora in vita.

L’ala militare di Hamas ha inoltre dichiarato di ritenere il regime israeliano pienamente responsabile per aver ripetutamente ostacolato l’accordo di scambio a scapito dei propri prigionieri detenuti nel territorio assediato.

“Le Brigate Al-Qassam e la resistenza hanno fatto tutto il possibile per proteggere i prigionieri e preservare le loro vite, ma i bombardamenti barbari e continui dell’occupazione ci hanno impedito di salvare tutti i prigionieri”, si legge nella dichiarazione.

In un messaggio rivolto alle famiglie dei prigionieri israeliani, in particolare alle famiglie Bibas e Lifshitz, il gruppo di resistenza ha affermato che avrebbe preferito restituirli vivi, ma ha incolpato i funzionari del regime israeliano per aver scelto di uccidere i prigionieri invece che facilitarne il ritorno.

Il gruppo ha anche evidenziato la gravità ed ampiezza degli attacchi aerei israeliani, che non solo hanno ucciso i prigionieri israeliani, ma hanno anche causato la morte di almeno 17.881 bambini palestinesi.

“Siete state le vittime di una leadership che non si preoccupa dei propri figli. Sottolineiamo che lo scambio è l’unico modo per restituire vivi i prigionieri alle loro famiglie. Qualsiasi tentativo di riportarli indietro con la forza militare o un ritorno alla guerra si tradurrà solo in ulteriori perdite tra i prigionieri”, ha continuato.

Ulteriori rivelazioni sugli attacchi israeliani che hanno colpito i prigionieri sono arrivate quando un video-messaggio della prigioniera israeliana liberata Noa Argamani è diventato virale sui social media. Nel messaggio, Noa descrive di essersi trovata in un edificio bombardato da un attacco aereo israeliano.

“Mi trovavo in un edificio. È stato bombardato da un attacco aereo delle IDF. I missili dei caccia F16 ci hanno colpito: tre missili, due sono esplosi e uno no. Nell’edificio eravamo, assieme ai soldati di Al-Qassam, tre ostaggi: io, Etai Firsky e Yosi Sherabi”, ha detto.

Argamani ha aggiunto che in seguito al bombardamento dell’edificio, sono rimasti sepolti sotto le macerie, ma i combattenti della resistenza di Al-Qassam hanno soccorso lei ed Etai.

Il giorno successivo alla consegna dei corpi, l’esercito israeliano ha affermato che uno di essi non apparteneva a nessuno dei prigionieri trattenuti a Gaza, accusando Hamas di aver violato il cessate il fuoco.

Hamas ha respinto le accuse replicando che facevano parte dei tentativi di Netanyahu di rafforzare la propria immagine di fronte alla comunità sionista. Il gruppo di resistenza ha ribadito la necessità di proseguire con l’attuazione di tutti gli aspetti dell’accordo di cessate il fuoco.

“Noi del movimento di Hamas confermiamo la nostra serietà e il nostro pieno impegno verso tutti i nostri obblighi, e lo abbiamo dimostrato attraverso il nostro comportamento nei giorni scorsi. Non abbiamo alcun interesse a non impegnarci (nei termini del cessate il fuoco) o a trattenere qualcuno dei corpi”, si legge nella dichiarazione.

Il movimento ha anche riconosciuto la possibilità che ci possa essere stato un errore o qualche confusione nell’identificazione dei corpi, a causa del bombardamento israeliano del luogo in cui si trovavano la famiglia Bibas e altri palestinesi.

In una dichiarazione separata, Hamas ha respinto le accuse israeliane definendole “semplicemente infondate”, e sostenendo che tali affermazioni avevano lo scopo di offuscare l’immagine della resistenza palestinese per giustificare i crimini commessi dall’”occupazione criminale” contro il popolo palestinese.

Tra le accuse israeliane sulla restituzione della famiglia Bibas e le crescenti speculazioni tra gli analisti riguardo agli sforzi di Israele per far deragliare la fase successiva dell’accordo di cessate il fuoco, un utente X di nome PalestinaLibera ha condiviso un messaggio riguardante gli atti di aggressione compiuti da Israele.

“Perché pensate che i vostri figli (i bambini che sacrificate e usate per fare propaganda immorale e ipocrita contro gli altri) siano più importanti?” chiede PalestinaLibera, allegando un elenco di bambini palestinesi, di età pari o superiore a 0 anni, uccisi nella Striscia di Gaza dopo oltre 15 mesi di campagna genocida di Israele.

“Migliaia di bambini palestinesi, uccisi dal freddo, dalla carestia, dalle bombe, dai proiettili, dalle malattie perché vengono disumanizzati”, ha aggiunto.

Secondo l’ultimo aggiornamento del Ministero della Salute di Gaza che risale al 18 febbraio, il bilancio delle vittime è salito a 48.291 martiri, con 111.722 feriti dal 7 ottobre 2023.

I dati dell’Ufficio Stampa del Governo di Gaza, pubblicati all’inizio di questo mese, hanno rivelato che la guerra genocida di Israele contro Gaza ha preso di mira in modo sproporzionato bambini e donne.

Infatti, tra i martiri, 17.881 erano bambini, tra cui 214 neonati, nati e uccisi durante l’aggressione. Più di 38.000 bambini sono rimasti orfani, tra cui 17.000 che hanno perso entrambi i genitori. Inoltre, 12.316 donne sono state uccise.

All’inizio di novembre 2024, l’Ufficio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite aveva condannato l’elevato numero di vittime civili, affermando che la sua analisi mostrava che quasi il 70 percento delle vittime registrate in sei mesi erano donne e bambini.

L’agenzia ha attribuito la maggior parte dell’enorme numero di vittime all’uso, da parte di Israele, di armi ad ampio raggio in aree densamente popolate.

Tra i bambini vittime della brutalità israeliana, ci sono quelli le cui storie sono rimaste nei cuori dei sostenitori della libertà palestinese. Sidra Hassouna, 7 anni, era una di queste bambine. Aveva cercato rifugio con la sua famiglia nella Striscia di Gaza meridionale, dichiarata da Israele “zona sicura”.

Il 14 febbraio, un terribile attacco notturno alla città di Rafah ha causato la morte di oltre un centinaio di palestinesi rifugiati in tende di fortuna in mezzo a strade deserte.

Un missile ha colpito il luogo in cui si nascondeva la famiglia Hassouna, uccidendo tutti e smembrando la piccola Sidra.

Hala Abu Saada, una vivace tredicenne del nord di Gaza, aveva colpito molti con una performance in video, divenuto virale, nel quale spiegava una canzone per bambini attraverso il linguaggio dei segni.

Tragicamente, i suoi sogni sono andati in frantumi quando un attacco aereo israeliano ha colpito la sua casa nel campo profughi di Jabalia il 17 ottobre, uccidendo lei, sua madre, suo fratello e le sue sorelle.

Traduzione per InfoPal di Aisha T. Bravi