Netanyahu: 'Il discorso di Lieberman all'Onu non rappresenta la posizione ufficiale israeliana'

Imemc e agenzie. In seguito a un discorso controverso pronunciato ieri all'Assemblea Generale dell'Onu dal ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha pubblicato una dichiarazione nella quale ha smentito le affermazioni del ministro, negando che fossero state concordate in precedenza.

Nella sua replica, Netanyahu – che conduce le negoziazioni da parte israeliana – ha dichiarato che il discorso di Lieberman non rappresenza la posizione ufficiale d'Israele riguardo al processo di pace, e che ogni singolo punto di qualsiasi accordo di pace verrà determinato solo sul tavolo delle trattative.

Una risposta simile è giunta dal ministro della Difesa Ehud Barak, che ha aggiunto che il suo partito laburista crede nella necessità delle negoziazioni per ottenere la pace.

Secondo quanto sostenuto da Lieberman, la pace è al momento improbabile, e il principio di Terra in cambio di pace andrebbe abbandonato nelle trattative sulle questioni di status finale, a favore di un principio “demografico”. Il ministro ha quindi aggiunto che una delle cause del conflitto è rappresentata dal “contatto costante tra due popoli di lingua diversa”.

Lieberman ha anche chiesto pubblicamente ai palestinesi di riconoscere Israele come Stato ebraico, affermando che la questione dei rifugiati e di Gerusalemme sono di ostacolo al dialogo. Un altro ostacolo, ha aggiunto, è rappresentato anche dall'Iran, che è in grado di rendere vano qualunque accordo di pace tra Israele e i palestinesi, o il Libano.

L'intervento ha spinto i delegati palestinesi presenti nell'Assemblea ad abbandonare l'aula, mentre l'osservatore permanente palestinese all'Onu Riyad Mansur ha dichiarato a Reuters che Lieberman è “totalmente isolato dalla realtà”.

Da parte sua, Netanyahu ha affermato di sperare che il suo imminente incontro con Mahmud Abbas, in programma a Parigi il mese prossimo, sarà positivo. Il premier ha anche telefonato al presidente francese Nicolas Sarkozy e al segretario di Stato Usa Hillary Clinton, rassicurandoli sulla sua intenzione di portare a termine i negoziati entro un anno.

Per oggi sono invece previsti diversi incontri tra l'inviato Usa in Medio Oriente George Mitchell e i funzionari israeliani, mentre per domani Mitchell ha intenzione di prendere appuntamento con Abbas a Ramallah.

Proprio il presidente palestinese ha ribadito che le trattative con Israele non possono aver luogo se quest'ultima riavvia le attività coloniali in Cisgiordania occupata e a Gerusalemme est occupata.

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