Netanyahu: ‘Improbabile un nuovo congelamento delle attività coloniali’

Al-Quds (Gerusalemme) – Afp. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha confidato in un'intervista pubblicata oggi, che “non chiederà ai palestinesi di tornare ai colloqui di pace proponendo loro il congelamento delle attività edilizie coloniali”.

“Lo abbiamo già fatto”, ha detto Netanyhau al “The Jerusalem Post” con riferimento ai 10 mesi di sospensione parziale delle attività coloniali, scaduti nel settembre 2010.

I colloqui di pace con i palestinei ebbero inizio con i nove mesi di blocco delle costruzioni, ma de facto si arrestarono da lì a breve con la scadenza della moratoria.

I commenti del premier israeliano giungono dopo la mediazione del Quartetto per la pace in Medio Oriente dal quale, venerdì scorso, a entrambe le parti era stato proposto un ritorno ai colloqui di pace entro un mese, per raggiungere un accordo entro la fine del 2012.

I palestinesi hanno affermato che “non condurranno colloqui con Israele mentre questo continua a costruire sulla loro terra, quella del futuro Stato”. Questa posizione è stata reiterata dal presidente dell'Autorità palestinese (Anp) Mahmoud 'Abbas domenica scorsa, di ritorno in Cisgiordania dopo aver sottoposto alle Nazioni Unite la richiesta di adesione dello Stato palestinese.

Stando alle dichiarazioni di Netanyahu al quotidiano israeliano, la questione delle colonie è stata un “pretesto”.

“E' un pretesto che (i palestinesi) utilizzano ancora una volta, ma credo che siano in molti ad essersi resi conto che si tratta di uno stratagemma per impedire lo svolgimento di negoziati diretti”.

Il leader israeliano ha affermato di non avere alcuna intenzione di interferire nel piano di costruzione di 700 nuove abitazioni a Gerusalemme Est, nell'insediamento di Gilo, il quale potrebbe essere approvato oggi.

“Non credo ci sia niente di nuovo”, ha poi aggiunto Netanyahu riferendosi alle costruzioni pianificate.

“A Gerusalemme facciamo progetti e a Gerusalemme costruiamo nella stessa maniera in cui hanno agito i governi israeliani negli anni, sin dalla fine della guerra del 1967”.

“Noi costruiamo nei quartieri ebraici e gli arabi costruiscono in quelli arabi – e in questo modo la vita della città prosegue e si sviluppa allo stesso modo per i suoi residenti ebrei e per i non ebrei”.

Per Netanyhau “il punto cruciale cha ha portato al fallimento dei colloqui è stato il rifiuto dei palestinesi a riconsocere Israele in qualità di Stato ebraico”.

“Certamente è questa la questione – il conflitto nella sua totalità. Non sono le colonie, ma è lo Stato ebraico. Bisogna ripeterlo in continuazione”.

La possibilità di sospendere le attività coloniali è una sorta di maledizione per la coalizione del governo di destra guidato da Netayahu, con l'opposizone di Esteri Avigdor Lieberman, ministro degli Esteri.

Oggi Netanyahu incontrerà il “Gruppo degli Otto”, ovvero alcuni ministri con i quali discutere la proposta dei colloqui di pace avanzata dal Quartetto. La notizia è stata riportata dalla radio israeliana.

Sono circa 500mila i coloni in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est.

Gli insediamenti israeliani sono aree dove possono abitarvi solo ebrei e sono stati costruiti sulla terra palestinese occupata da Israele dal 1967. In base alla legge internazionale, tali insediamenti sono illegali.

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