Tel Aviv – Press TV. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe lavorato da una “camera blindata sotterranea” per paura di subire attacchi drone di rappresaglia da parte dei movimenti di resistenza regionali.
Il premier ha ospitato le “riunioni di sicurezza” del regime nella stanza, che si trova nel seminterrato del suo ufficio nella città occupata di Gerusalemme, in mezzo a misure di protezione rafforzate, ha riferito lunedì il Canale 12 israeliano.
Utilizza questa sede da ottobre, quando un drone ha colpito la sua residenza nella città di Cesarea, a nord di Tel Aviv, nei Territori palestinesi occupati.
Lo sviluppo è avvenuto dopo che i sistemi missilistici del regime non sono riusciti a intercettare il velivolo senza pilota, e anche il cosiddetto “Comando del fronte interno” non ha lanciato alcun allarme.
Ad agosto, un drone da ricognizione appartenente a Hezbollah si era infiltrato nella parte settentrionale dei territori occupati, filmando la residenza.
Anche a fine settembre le Forze armate yemenite avevano annunciato di aver preso di mira l’aeroporto Ben Gurion, nella parte centrale dei territori occupati, in concomitanza con l’arrivo di Netanyahu da New York.
Nel frattempo, i funzionari del regime hanno messo in guardia Netanyahu dal recarsi in luoghi specifici per periodi prolungati.
Il canale israeliano ha anche detto che il premier ha cercato di rimandare il matrimonio del figlio Avner, a causa di considerazioni di sicurezza che riguardano la prospettiva di altri attacchi.
I gruppi di resistenza regionali, tra cui Hezbollah, il movimento popolare yemenita Ansarullah e le fazioni irachene, hanno messo in atto vasti attacchi di rappresaglia contro i territori occupati.
Gli attacchi sono una risposta alla guerra genocida del regime contro la Striscia di Gaza dell’ottobre 2023 e all’escalation di aggressioni mortali contro il Libano.
Come parte dell’aggressione, il regime ha fatto esplodere migliaia di dispositivi di comunicazione in tutto il Libano a settembre, uccidendo e ferendo migliaia di persone.
Sempre lunedì, Netanyahu ha dichiarato di aver ordinato personalmente gli attacchi, ponendo fine ai tentativi del regime e dei suoi alleati di prendere le distanze dall’atrocità omicida.