Netanyahu: sviluppare le colonie a nord, a sud e a Gerusalemme

Gerusalemme (al-Quds) occupata- Press Tv. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si è dichiarato deciso a promuovere la costruzione delle colonie israeliane nella Cisgiordania occupata. “Continueremo a sviluppar[le] a nord e a sud, e sicuramente anche a Gerusalemme”, ha assicurato durante le celebrazioni per la fine della Pasqua ebraica.

Sfidando i diffusi inviti internazionali a uno stop all'espansione, Israele rifiuta di congelare gli insediamenti ebraici costruiti sulle terre confiscate ai palestinesi, ivi compresa Gerusalemme est, annessa illegalmente nel 1967.

Quest'ultima include diversi luoghi sacri cristiani, ebraici e musulmani; tra questi, la moschea di Al-Aqsa è stata di recente lo scenario di scontri tra soldati israeliani e dimostranti palestinesi.

Gli incidenti hanno avuto inizio il mese scorso, quando Tel Aviv ha scatenato la rabbia in seno alla comunità palestinese e internazionale annunciando la propria approvazione di un progetto per 1.600 unità edilizie per coloni ebrei nella città.

L'annuncio è giunto per di più durante una visita del vice presidente Usa Joe Biden – che aveva lo scopo di promuovere i “colloqui indiretti” tra palestinesi e Israele – e ha fatto infuriare persino gli alleati strategici dello stato israeliano per aver minato gli sforzi di pace internazionali.

Gli scontri sono stati innescati dalla controversa riapertura della sinagoga Hurva, rimasta chiusa per lungo tempo e posta proprio vicino al complesso di al-Aqsa.

La riapertura della sinagoga ha infatti allarmato i palestinesi sugli ulteriori tentativi di “ebraicizzazione” di Gerusalemme e di rimozione della sua identità islamica e palestinese da parte d'Israele. I palestinesi considerano la città la capitale del loro futuro stato e hanno respinto qualsiasi tipo di trattativa per la pace, nell'attesa che Israele non solo presti ascolto agli inviti a un congelamento totale e permanente dei suoi progetti coloniali, ma ritorni anche ai suoi confini precedenti alla guerra dei Sei Giorni.


 

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