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62 anni dalla Nakba: solo ci rimane la via della resistenza

Comitato Democratico Palestinese – Cile

Nel maggio del 1948 iniziò l'operazione di “pulizia etnica” più crudele conosciuta di tutta la modernità. Questo fatto, detto o conosciuto come Nakba (in arabo disastro, calamità o catastrofe), inizia quando il 78% dei palestinesi  residenti nei territori in cui Israele fondò il suo stato nel 1948, sono stati violentemente espulsi dalle loro case. Oggi, secondo dati delle Nazioni Unite, essi rappresentano più di 5 milioni di rifugiati cui ancora non è concesso di tornare alla loro terra.

14/05/2010

 Highlights della settimana

Il popolo palestinese commemora i 62 anni di tragedia a causa della occupazione israeliana

Ogni anno in Palestina si commemora la Nakba, tragico episodio nella storia di quella nazione i cui abitanti sono stati costretti a lasciare le loro case da parte dell'esercito israeliano, che mantiene tuttora una politica di aggressione contro il popolo palestinese. Come ogni anno, il 15 maggio i palestinesi ricordano la Nakba: in arabo significa “la catastrofe” per queste persone che nel 1948, con la risoluzione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), hanno visto decretata la creazione lo Stato di Israele.

I vicini dell’unico campo di rifugiati di Gerusalemme convivono con la tragedia

Circondati dal muro di cemento israeliano e dalla disperazione di un futuro incerto, i palestinesi che vivono nell’unico campo profughi di Gerusalemme vivono la loro particolare “Nakba” o tragedia ogni giorno. Domani, 15 maggio, i palestinesi commemorano il giorno di lutto in memoria della catastrofe che per loro ha significato la creazione dello Stato di Israele nel 1948, ovvero l'esilio forzato e la perdita delle loro case, senza che al momento ci siano prospettive di soluzione per i milioni di profughi ed i loro discendenti.

La Nakba: la memoria storica del popolo palestinese

Il prossimo 15 maggio è l'anniversario di quello che gli israeliani conoscono come il giorno dell'indipendenza di Israele e i palestinesi invece come la Nakba, o catastrofe palestinese. Durante l’intera settimana si svolgono in parallelo le attività di commemorazione nelle città di tutto il mondo da punti di vista opposti. La celebrazione è stata accompagnata in questi ultimi anni dal tentativo di negare il diritto di espressione al lutto palestinese.

62 anni di occupazione israeliana, 62 anni di apartheid, pulizia etnica, 62 anni di resistenza in Palestina

Il 29 novembre del 1947 le Nazioni Unite hanno adottato la risoluzione 181 che raccomandava la spartizione della Palestina storica in uno stato ebraico per mezzo milione di coloni provenienti dalla maggior parte d'Europa sul 55% del territorio e uno stato palestinese, per l'altro 45%, riservato ai milioni di nativi arabi. Questa divisione, anche demograficamente sproporzionata, non sarebbe mai stata attuata.

Il muro di Berlino ora è a Bil'in (Cisgiordania)

L'inferno della vita quotidiana che sopporta ogni giorno il popolo della Palestina occupata è presente in molte delle notizie oscurate dai giornali più importanti degli Stati Uniti che sono state selezionate come “finaliste” per la versione 2010-2011 di Project Censored, che rende nota l'annuale classifica delle 25 notizie più censurate.

Per il ritorno dei rifugiati palestinesi e per lo stato democratico laico nella Palestina storica

Invito a partecipare alla preparazione della seconda conferenza di Haifa (28-30 maggio 2010). Invito rivolto a organizzazioni sorelle, solidali, di lingua spagnola, prevalentemente situate in America Latina, con l'obiettivo di partecipare alla Seconda Conferenza di Haifa.

Filippo Grandi, il commissario generale dell’Agenzia per i rifugiati palestinesi: 'Il conflitto non terminerà senza che i rifugiati non siano soddisfatti'

Mi piacerebbe essere l'ultimo a occupare la sua carica. In questo caso si risolverebbe il principale problema del conflitto israelo-palestinese. Il nuovo commissario generale dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA, dal suo acronimo inglese), Filippo Grandi, conosce esattamente l'entità della sfida che lo aspetta.

Lieberman smentisce l’intenzione di Israele di fermare la costruzione di insediamenti

Israele ha negato di avere deciso di congelare le operazioni di costruzione nelle zone occupate a Gerusalemme Est, come ha dichiarato il ministro degli Esteri israeliano, Avigdor Lieberman, a Tokyo, dove si trova in visita ufficiale. Le osservazioni del ministro di estrema destra sono arrivate in risposta alle informazioni diffuse in base alle quali il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, avrebbe concluso un accordo segreto con l'amministrazione Obama, secondo quanto dichiarato dal DPA.

I campi profughi palestinesi denunciano che l’UNRWA ha ridotto la sua assistenza alimentaria del 70%

Il coordinatore del campo profughi nella zona di Nablus, Ibrahim Saqr, ha denunciato che l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA) ha ridotto i suoi aiuti alimentari del 70% e che non soddisfa gli impegni presi. Per questo Sarq reclama la necessità di un incontro tra l'agenzia delle Nazioni Unite e il comitato dei rifugiati.

La ONU denuncia la mancanza di energia elettrica a Gaza

Le Nazioni Unite sottolineano, per l’ennesimo anno, il deterioramento della fornitura di energia nella Striscia di Gaza: la nuova particolare aggravante è la recente limitazione a un unico impianto elettrico nella zona, il quale oltretutto in meno di sei mesi ha visto ridursi alla metà la sua capacità produttiva rispetto ai valori risalenti a prima di gennaio di quest'anno; questo comporta tagli e limitazioni di potenza dalle otto alle dodici ore al giorno per tutti i palestinesi, ad eccezione di coloro che vivono al passo di Rafah, a confine con l'Egitto, restrizioni che “rendono difficili le già problematiche condizioni di vita a Gaza e distruggono tutti gli aspetti della vita quotidiana “.

Paz Ahora denuncia i lavori per un noevo insediamento a Gerusalemme Est

Il movimento israeliano Peace Now ha denunciato oggi l'avvio dei lavori per un nuovo insediamento ebraico a Gerusalemme Est, approfittando i proprietari terrieri di una scappatoia che non richiede licenze da parte del comune o del governo. L'insediamento, che secondo l'organizzazione pacifista sarebbe “il più grande” rispetto a tutti quelli che si trovano in mezzo a una zona densamente popolata da palestinesi nel territorio occupato della città, in linea di principio, sarà costituito da 14 case che utilizzeranno la struttura di una vecchia stazione di polizia israeliana.

Israele proseguirà la colonizzazione di Gerusalemme Est, secondo un ministro

Israele continuerà a costruire case nei prossimi due anni nei quartieri di colonizzazione Gerusalemme Est, ha detto lunedì il ministro israeliano dell'Informazione, Yuli Edelstein. “Ovviamente continueremo a costruire nei prossimi due anni in Gilo, Pisgat Ze'ev, French Hill e negli altri quartieri”, ha commentato alla radio pubblica Edelstein, riferendosi alla colonizzazione israeliana dei quartieri costruiti dopo il 1967 nel settore orientale della città santa, per la maggior parte araba.

Israel espelle il terzo palestinese in meno di un mese a Gaza

Le autorità israeliane hanno espulso lunedì un palestinese verso la Striscia di Gaza: è il terzo che viene inviato verso l'enclave in meno di un mese, come ha segnalato l'associazione Waed, che supporta gli ex-detenuti e i detenuti palestinesi. “Forze di occupazione sionista hanno espulso Achtiwi Hani dalla città occupata di Beersheba, nella frontiera tra Beit Hanoun e la Striscia di Gaza”, ha dichiarato l'associazione in un comunicato.

Denunce al governo israeliano per aver distrutti abitazioni palestinesi a Gaza

L'organizzazione umanitaria Human Rights Watch (HRW) ha pubblicato oggi un rapporto nel quale accusa i soldati israeliani di aver distrutto intenzionalmente case, fabbriche e altre proprietà palestinesi durante l'offensiva militare nella Striscia di Gaza tra dicembre 2008 e gennaio 2009.

Nuovo armamento sperimentato a Gaza: la popolazione è a rischio di mutazioni genetiche

Sostanze tossiche e metalli cancerogeni in grado di produrre mutazioni genetiche sono stati trovati nei tessuti dei feriti durante operazioni militari israeliane nel 2006 e nel 2009 nella Striscia di Gaza. La ricerca è stata effettuata attraverso le biopsie condotte sulle ferite causate da armi che non lasciano frammenti -una particolarità delle armi utilizzate nella Striscia di Gaza, segnalata più volte dai medici-; pare che le armi usate abbiano effetti a lungo termine che non sono stati ancora valutati.

La Fondazione Tre Culture in Spagna, accoglie la mostra 'La pace inizia da qui' riguardante i rifugiati palestinesi in Medio Oriente

La Fondazione Tre Culture del Mediterraneo ha inaugurato oggi, e durerà fino al giorno 30, la mostra fotografica “La pace inizia da qui”, realizzata in collaborazione con l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA). Alla cerimonia di apertura, a partire dalle 19,30, saranno presenti la direttrice-responsabile della Fondazione, Elvira Saint-Gérons Herrera, la direttrice esecutiva del comitato spagnolo UNRWA, Raquel Martí, e il presidente la commissione, Jose Maria Ridao; costoro parteciperanno a un dibattito.

Povertà 'generalizzata' a Gerusalemme Orientale

La maggior parte dei palestinesi a Gerusalemme Est, tra cui tre bambini su quattro, vive in condizioni di povertà, dice un gruppo israeliano per i diritti umani, in un rapporto pubblicato lunedì. L'Associazione per i diritti civili in Israele (ACRI dal suo acronimo in inglese) ha accusato Israele di abbandono e di discriminazione nelle sue politiche.

Una nube incombe su Gerusalemme; i benefici della corruzione

Ogni individuo ha il diritto di cambiare opinione. Anche Tirzeh Danny. Il colonnello Tirzeh è stato il responsabile della pianificazione del muro che “avvolge” ora Gerusalemme, il muro che taglia fuori Gerusalemme dal resto della Cisgiordania per farne la capitale unificata di Israele per l'eternità. E ora, improvvisamente, sembra che Tirzeh sia il principale oppositore del muro che lui stesso aveva pianificato. Adesso vuole spostarlo per far si che le terre del villaggio di al-Walaja restino sul lato “israeliano”.

Free Gaza ci prova ancora: la flottiglia Rachel Corrie

Come nelle grandi occasioni, ma con una bottiglia di olio d'oliva palestinese che si rompe sulla sua carena a al posto del solito champagne, è stato battezzato in un porto irlandese, il 10 maggio, il cargo “Rachel Corrie”, chiamato così in memoria dell’attivista nordamericana del International Solidarity Movement uccisa da un bulldozer israeliano nella striscia di Gaza nel 2003.

Video documentario sui cecchini israeliani e le loro procedure per gli omicidi mirati in Palestina

Qui di seguito vi presentiamo il documentario: One Shot, realizzato nel 2004 sotto la direzione di Nurit Kedar. One Shot, tradotto in castigliano, significa “con una sola pallottola”. Il documentario è basato sulla storia di quei cecchini che ancora sono a disposizione dell'esercito israeliano. Parlano riguardo le morti che hanno causato, i loro sentimenti nel ricordarle e la loromorale. Essi non deplorano le morti, seguono ancora la massima del “un singolo colpo, un solo morto”.

Il perché del boicottaggio al Sudafrica ieri e ad Israele oggi

Nel 2010 decorre il cinquantesimo anniversario dall'inizio del boicottaggio al Sudafrica e il quinto da quello di Israele. Nonostante il tempo trascorso e le differenze tra i due casi, la creazione dell’apartheid in Sudafrica, la complicità della comunità internazionale, il sostegno di Israele al Sud Africa, la resistenza dei neri e la partecipazione internazionale dei cittadini di consapevolezza attraverso il boicottaggio, rispondono bene ai dubbi che si fanno coloro i quali si chiedono perché Israele andrebbe boicottato. Ci sono anche lezioni interessanti per coloro che sono già sostenitori della BDS e avvertenze per gli attivisti.

Top Arnona

La stampa ebraica del week-end comprende un piccolo opuscolo di quattro pagine di carta lucida, nel quale si è annunciata la creazione di un nuovo quartiere a Gerusalemme. Si chiamerà Top Arnona e sarà situato a est della strada di Hebron, nei territori occupati palestinesi. Non è una pubblicità falsa, perché in ultima pagina è una mappa che non lascia spazio a dubbi. Al di là di Gerusalemme Est, in tutti i territori occupati si può assistere a lavori in corso. Questa settimana sono passato attraverso la colonia di Kiriyat Arba, vicino a Hebron, e proprio all'ingresso del villaggio stavano costruendo nuovi edifici.

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