Nil’in: accecato da Tsahal cittadino palestinese. Barghouthi: ‘Soldati israeliani e Barak devono comparire davanti al Tribunale dell’Aja per crimini di guerra’.

Ramallah – Infopal. Ieri, i soldati israeliani hanno sparato contro un cittadino palestinese, Ayed Sadeq Abu Srour, 40 anni. E’ stato colpito alla testa e al petto a distanza molto ravvicinata, e ha perso un occhio.

La dinamica: i militari hanno assaltato l’abitazione della famiglia Srour, hanno fatto saltare in aria la porta di ingresso e lanciato bombe al suono e lacrimogeni all’interno. Dopodiché, hanno sequestrato il fratello, Aqel. Mentre i militari ammanettavano Aqel, altri sparavano in testa a Ayed, accecandolo.

L’esercito israeliano ha fatto sapere di aver invaso Nil’in, una cittadina nei pressi di Ramallah, nota per le manifestazione di resistenza nonviolenta alla costruzione del Muro di Annessione, per arrestare il fratello di Ayed, attivista pacifista.

Amici e testimoni locali hanno spiegato che Ayed non stava minacciando in alcun modo in soldati israeliani, ma gridava di lasciar stare suo fratello, Aqel.  

"Le pratiche israeliane – ha denunciato Mustafa Al-Barghouthi, Segretario generale del Palestinian National Initiative (PNI) – mirano a rompere la resistenza popolare (nonviolenta, ndr) di Nil’in".

Barghouthi ha parlato anche di "metodi brutali e orribili" che "non fermeranno", tuttavia, la "pacifica resistenza e le campagne contro il Muro condotte a Nil’in, Bil’in, Al-Ma’sara e in altri luoghi della Palestina".

E ha chiesto che i soldati israeliani e il ministro della Difesa Ehud Barak, responsabili di tali brutalità, "siano portati di fronte al Tribunale dell’Aja per i crimini di guerra".

Diverse organizzazioni israeliane per la Difesa dei Diritti umani hanno chiesto alla Procura generale israeliana di condurre delle indagini sull’episodio.

B’Tselem, il Centro israeliano per i Diritti umani, che ha aperto un’indagine sull’incidente, ha reso noto che dall’inizio della seconda Intifada, nel settembre del 2000, 21 cittadini palestinesi sono stati uccisi da "proiettili di acciaio rivestiti di gomma", i cosiddetti "proiettili di gomma" che Israele definisce "non letali".

Tali "metodi" praticati dall’esercito israeliano non sono affatto nuovi. Un paio di mesi fa, i soldati spararono a distanza ravvicinata a un giovane pacifista palestinese, sempre a Nil’in, mentre si trovava a terra, ammanettato. Il crimine venne ripreso dalla telecamera di B’Tselem, consegnata a una ragazzina del villaggio. Il video fece il giro del mondo suscitando scandalo e condanna. I responsabili dell’efferato gesto non sono stati puniti, nonostante la denuncia presentata proprio dall’organizzazione israeliana. Si legga: Video-shock: soldati israeliani sparano a sangue freddo contro un giovane manifestante di Nil’in.

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