Nil’in e Bil’in, manifestazioni nonviolente attaccate dai soldati israeliani.

Cisgiordania – InfoPal. Ieri, le forze di occupazione israeliane hanno represso con la consueta violenza tutte le manifestazioni non-violente organizzate nelle cittadine e nei villaggi palestinesi assediati dal Muro dell'Apartheid, dalle colonie e dalle postazioni militari.

Com'è tradizione da sei anni a questa parte, i residenti di Bil'in, una cittadina in provincia di Ramallah, sostenuti da attivisti israeliani e internazionali, hanno marciato verso il Muro e le terre confiscate da Israele, chiedendo la fine dell'occupazione e la liberazione dei prigionieri politici palestinesi. Quando il corteo ha raggiunto i cancelli del Muro, le forze israeliano hanno iniziato a sparare proiettili di gomma (con nucleo d'acciaio, ndr), bombe al suono e lacrimogeni.

Alcuni manifestanti hanno lanciato pietre contro i soldati.

Il Comitato di resistenza popolare di Bil'in ha reso noto che un'attivista è stata colpita al volto da un candelotto lacrimogeno lanciato dai militari che avevano invaso il villaggio, e altri sono rimasti intossicati dai lacrimogeni.

All'inizio dell'anno, l'Alta corte di giustizia israeliana aveva ordinato all'esercito di demolire il Muro costruito sui terreni di Bil'in: i contadini erano così riusciti a farsi restituire 750 dei 1500 dunum (1 dunum = 1000 m2) di terre sottatte, ma i militari continuano a rifiutarsi di rispettare le decisioni del tribunale.

Anche nella cittadina di Ni’lin, sempre in provincia di Ramallah, la settimanale manifestazione contro il Muro è stata repressa duramente dalle truppe di occupazione, e 5 civili sono stati ricoverati per intossicazione da lacrimogeni.

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