“Nobel all’UE, 100mila carote al re di bastoni”

“Per oltre sei decenni hanno contribuito al progresso della pace e della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani in  Europa. (Motivazione del Premio Nobel per la Pace all’Unione Europea. Jugoslavi, somali, iracheni, afghani, libici, siriani, da sottoterra o sottovita, si spellano le mani)
Quando si avvicinerà la fine dei tempi, gli uomini saranno ammaliati dal demonio e passeranno le loro giornate davanti a delle immagini tremolanti. (S.Giovanni, Apocalisse)
Ciò che pensiamo, o che sappiamo, o che crediamo e, in fondo, di scarsa rilevanza. E’ rilevante ciò che facciamo. (John Ruskin)
Nessuno ha fatto un errore più grande di colui che non ha fatto niente perché poteva solo fare poco. (Edmund Burke)
Io so che quando il grande potere menerà il colpo per dividere l’umanità in appena due fazioni opposte, io sarò dal lato della gente comune. (Che Guevara)
Unione Europea, premio Nobel per la Pace. Ovvio, no? Come diceva Tacito: “Hanno fatto un deserto e l’hanno chiamato pace”. E l’insegna dovrebbe abbagliarci, tanto da non farci accorgere che questa Unione di 27 cosche della criminalità organizzata in cravatta si va salutariamente disfacendo sotto la forza centrifuga di chi ha capito che la propria salvezza sta nella sovranità del suo Stato. Oggi. E forse, domani, in un’Europa liberata dalle élites e dai loro metodi. C’è chi con un Nobel ad assassini e bancarottieri fraudolenti si stupisce, si schernisce, nitrisce improperi. Perché mai? Qual è la sorpresa? Nobel l’Obama delle 7 guerre, degli elenchi degli assassinandi, dello stupro dei diritti civili e sociali a casa sua e fuori. Nobel Kissinger, che infilava dittatori necrofagi  nel corpo agonizzante dell’America Latina. Nobel Begin, che da terrorista stragista sotto mandato britannico è passato a killer seriale di arabi vicini e  lontani. Nobel Churchill, alla luce di quanto ha fatto con i gas nelle colonie dell’impero e col fosforo alle città tedesche. Nobel Aung San Suu Kyi, da vent’anni al servizio della Cia per vendere il suo paese alle multinazionali. Nobel retroattivi in vista a Gengis Khan, Hitler (che Oslo prese effettivamente in considerazione!), Goffredo di Buglione e a Landrù. Come potevano negare, in questo mondo da Lewis Carroll, un Nobel a chi ha mutilato il continente disintegrando la Jugoslavia, a chi si è impegnato nella decimazione degli afghani, libici, siriani, a chi, senza carote alcune, ma con la ricca varietà di bastoni del suo armamentario repressivo, sta conducendo una guerra all’ultimo sangue contro la propria società? Più Nobel della pace di così!