
Beirut – The Cradle. Israele non ritirerà le proprie truppe dal Libano meridionale finché non riterrà che l’esercito libanese abbia rispettato gli impegni assunti con l’accordo di cessate il fuoco, ha dichiarato un funzionario militare israeliano al sito di notizie Ynet il 29 gennaio.
“Finché l’esercito libanese non adempirà alle sue missioni e non dimostrerà di avere un controllo buono e sufficiente sul territorio, non raccomanderemo di trasferire il controllo [all’esercito libanese]”, ha dichiarato la fonte.
Il rapporto arriva dopo l’estensione del periodo di attuazione del cessate il fuoco di 60 giorni, che avrebbe dovuto vedere l’esercito israeliano ritirarsi dal Libano e le Forze Armate Libanesi (LAF) smantellare la presenza e le infrastrutture di Hezbollah a sud del fiume Litani.
Il periodo di attuazione è stato ora esteso fino al 18 febbraio a seguito delle pressioni israeliane sugli Stati Uniti. Lo Stato libanese ha accettato con riluttanza la proroga.
Secondo il rapporto di Ynet, le prossime tre settimane vedranno le truppe israeliane “rimanere nel sud del Libano e condurre una lunga serie di operazioni per distruggere le aree terroristiche e raccogliere le armi che Hezbollah ha nascosto e che ancora rimangono, principalmente nel settore orientale, che confina con l’Alta Galilea”.
“Nei villaggi che non sono adiacenti alla recinzione nella parte occidentale e centrale del Libano meridionale, abbiamo restituito il controllo all’esercito libanese. Ma nei villaggi che sono adiacenti a noi e lungo la recinzione di confine, per tutta la sua lunghezza, siamo ancora presenti. La responsabilità della sicurezza dei nostri residenti è delle IDF, e non certo dell’esercito libanese o di qualsiasi altra forza straniera”, ha aggiunto la fonte.
Israele prevede anche di stabilire un avamposto tra ogni colonia israeliana e la barriera di confine libanese. Secondo il rapporto, le forze israeliane hanno già iniziato a costruire questi avamposti. Mentre alcuni israeliani delle colonie settentrionali evacuate da Israele hanno iniziato a rientrare, molti altri sono riluttanti a farlo e temono che Hezbollah rappresenti una minaccia per loro.
La sera del 28 gennaio, Israele ha effettuato grandi attacchi a Nabatieh e Zawtar, affermando di voler colpire veicoli che trasportavano armi appartenenti alla resistenza libanese. Secondo il ministero della Sanità libanese, trenta persone sono rimaste ferite negli attacchi.
Sono stati tra gli attacchi più gravi da quando è stato raggiunto il cessate il fuoco a fine novembre.
Almeno altre sei persone sono state ferite quando le truppe israeliane hanno aperto il fuoco contro i civili libanesi che tentavano di entrare nella città di Yaroun, martedì.
I residenti dei villaggi al confine con il Libano meridionale, sfollati durante la guerra, hanno iniziato a tornare nelle loro città il 26 gennaio, al termine del periodo di attuazione del cessate il fuoco di 60 giorni, che ora è stato esteso. Più di due decine di cittadini libanesi sono stati uccisi da quando gli sfollati hanno iniziati a tornare nei loro villaggi distrutti.
Israele accusa i residenti libanesi rientrati di essere “attivisti di Hezbollah” e “rivoltosi”. Sostiene inoltre che le LAF non hanno rispettato gli impegni assunti con l’accordo, affermando che Hezbollah è ancora presente a sud del fiume Litani.
Israele ha violato il cessate il fuoco oltre 1.300 volte da quando è stato raggiunto l’accordo. Il meccanismo tripartito guidato dagli Stati Uniti, incaricato di supervisionare le violazioni del cessate il fuoco, non ha ritenuto Israele responsabile. Israele sostiene di agire “in conformità” con l’accordo.