‘Non dobbiamo tradire i nostri martiri sospesi’

Pal.info. Di Khaled Amayreh

Lo sciopero della fame di massa, osservato da migliaia dei nostri prigionieri politici e di resistenza nelle prigioni e nei campi di concentramento israeliani, rappresenta la forma ultima e definitiva del Jihad o resistenza contro un nemico perfido e sadico che eccelle come nessun altro nelle arti della tortura e dell’oppressione.

I nostri martiri sospesi sono dovuti andare nelle carceri sioniste, per questo noi viviamo una vita dignitosa, per quanto possibile, libera dalla non ponderata aggressione israeliana sulle nostre vite, sulla nostra dignità e sulla nostra sopravvivenza.

Molti di loro hanno combattuto, o hanno cercato di combattere, un nemico che aveva imparato dai suoi mentori nazisti, emulandoli e sorpassandoli, cercando di demonizzare e disumanizzare il nostro popolo, specialmente quei grandi eroi, chiamandoli terroristi quando un’entità deformata e malvagia rappresenta l’essenza del terrore e di tutto ciò che è male.

I nostri eroi, che possono essere legittimamente chiamati martiri sospesi, si sono battuti per tener viva la nostra onesta causa. E ci sono riusciti con un certo successo.

Molti di questi eroi rappresentano la crème de la crème della società palestinese. Si tratta di dottori, ingegneri, imam, legislatori e altri professionisti che sono stati arrestati senza accusa né processo a causa del loro desiderio individuale e collettivo di aiutare le vite spezzate.

Israele voleva semplicemente umiliare e soggiogare lo spirito di sfida e di resistenza tra i palestinesi coalizzandosi contro quei prigionieri impotenti, questi leoni in gabbia.

E quindi il nostro dovere è fare tutto il possibile per identificare e mostrar loro solidarietà nella maniera più efficace per dimostrare che la loro lotta e la loro abnegazione non sono vane.

Il lungo sciopero della fame osservato attraverso le Bastiglie israeliane è in realtà una battaglia di volontà fra le forze scure di oppressione e di odio da un lato e coloro che rappresentano il costante spirito umano e il desiderio di vivere e di dignità dall’altro.

È una lotta fra la barbarie e la civiltà, una lotta fra la libertà e la tirannia. Alla fine, la libertà deve trionfare e la tirannia deve essere sconfitta.

Ma per raggiungere questo punto, i nostri popoli e le altre genti arabe e musulmane e tutti gli uomini e le donne libere nel mondo devono scendere in piazza per manifestare contro i nazisti del nostro tempo, vale a dire queste bestie sioniste che hanno introdotto nelle nostre regioni tutto ciò che hanno imparato dai loro mentori nazisti, dalla fame di massa ai genocidi.

Dobbiamo far pressione sui nostri rispettivi governi per esercitare pressioni a favore di questi eroi indifesi che hanno dimostrato la loro prontezza a pagare il prezzo più alto per la loro e la nostra libertà e dignità.

La pressione deve essere esercitata anche sui governi arabi, inclusi i governi giordano ed egiziano, per far passi significativi nel pressare l’entità sionista a trattare questi prigionieri di guerra con una parvenza d’umanità; e anche sugli Stati Uniti, l’ultimo difensore e alleato d’Israele, per spingere Israele a porre fine alle condizioni da incubo nelle sue carceri.

Non è più sufficiente ritirare gli ambasciatori dal regime sionista. Il tempo e gli eventi sembrano aver sorpassato un simile simbolismo innocuo. Di conseguenza, dovrebbero esser prese immediatamente delle misure più efficaci e preventive. Ciò potrebbe includere la minaccia di troncare qualunque rapporto diplomatico, una volta e per tutte, con il regime genocida sionista.

E in questo caso il regime sionista decide di sfidare l’intera comunità per soddisfare il suo desiderio sadico e cannibale d’infliggere pena e sofferenza ai nostri prigionieri, dunque devono essere contemplate misure di più ampia portata.

Funzionari egiziani e giordani sono stati citati in diverse occasioni per affermare che i rapporti diplomatici con Israele rappresentano delle “risorse nazionali” per questi stati.

Bene, a cosa serve avere “risorse nazionali” da utilizzare per salvare delle vite? Dobbiamo vedere decine dei nostri amati prigionieri soccombere al destino che i sionisti malvagi determinano per loro prima di decidere a prendere misure audaci a loro favore?

Ma prima di chiedere agli arabi non palestinesi di fare il loro dovere, dobbiamo chiedere all’Autorità Palestinese (Anp) di fare il proprio dovere. Sappiamo tutti che l’Anp è partner d’Israele in un noto accordo di sicurezza chiamato “coordinamento della sicurezza” che Israele considera con estrema serietà.

Quindi, una seria minaccia, non un insignificante mettersi in mostra, per porre fine a quest’aspetto imbarazzante e palesemente vergognoso delle nostre relazioni con Israele, deve finalmente convincere il governo israeliano a riconsiderare il crudele trattamento del nostro popolo.

Mentre scrivo queste parole, a malincuore e con molta tristezza, alcuni di questi prigionieri potrebbero morire in qualsiasi istante. Perciò, (ecco) la reale serietà del momento.

Ci sono numerosi passi che possono essere fatti per far sì che questi eroi dietro le sbarre israeliane sentano di non esser soli e che le loro grida per la giustizia e la libertà e la dignità siano state ascoltate, almeno dalla loro stessa gente.

Noi e i nostri sostenitori non dobbiamo lasciare nulla di intentato per permettere che l’ideale della libertà e della luce trionfi sull’oppressione e sull’oscurità, perché gli oppressi devono fare anche la loro parte per sconfiggere gli oppressori.

Inoltre, noi che abbiamo vissuto sotto l’occupazione israeliana di tipo nazista conosciamo troppo bene il modo in cui l’entità sionista può essere disumana e diabolica. Quindi, è probabilmente troppo futile sperare in un cambiamento di pensiero o in un cambiamento dei sentimenti da parte dei passacarte all’interno del governo israeliano.

Israele, come sappiamo tutti, soffre la malattia cronica della psicosi collettiva e pensa che la minima mossa dei palestinesi per riacquistare la loro libertà, dignità e umanità rappresenta una seria minaccia per la sopravvivenza d’Israele.

Ecco perché è estremamente difficile sperare in un passo ragionevole o magnanimo da parte dei sionisti per chiudere questo tragico capitolo della lotta dei nostri prigionieri per la libertà e la giustizia.

Ma la volontà sionista non è divina, e Israele non può giocare a far Dio cercando di predeterminare il destino delle persone.

Infine, una parola agli israeliani. Siete andati troppo oltre nella vostra insolenza, riluttanza e arroganza di potere. Ma facendo così, state insultando e ferendo i sentimenti di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo che non dimenticheranno e non perdoneranno.

Forse dovreste mettere per un attimo da parte la vostra arroganza e la vostra ebbrezza di potere, e pensare semplicemente alle estreme conseguenze e ripercussioni del vostro comportamento malvagio sulle future generazioni di ebrei.

Pensate per un attimo. Il forte non resta forte per sempre. E nemmeno i deboli.

Traduzione per InfoPal a cura di Giovanna Zagami